Un ex di entrambe le squadre che domani si confronteranno sul prato dell’Olimpico
RADIO MANFREDONIA / ASROMALIVE.IT – Il suo caso ha sempre significato “derby”: sia per le partite che ha disputato, sia per i suoi contestati trasferimenti. Quest’oggi è intervenuto ai microfoni di Tele Radio Stereo Lionello Manfredonia e di seguito vi proponiamo un estratto dell’intervista.
Sei d’accordo con Zeman che definisce il derby ?
Non è assolutamente una partita come le altre, soprattutto per chi è nato a Roma. Forse per gli stranieri, ma solo per il primo derby.
Il derby di Roma è una ricchezza della nostra città, ma è anche la condanna, il marchio del provincialismo?
Ci sono stati anche periodi in cui le squadre si contendevano lo scudetto e non poteva considerarsi un derby provinciale.
E’ cambiato il rapporto con il derby per i tifosi?
Sono cambiati i calciatori, per questo a volte il tifoso non si innamora più come prima.
Nella tua carriera hai visto la maglia di Lazio, Juve e Roma. Un excursus particolare?
Quando ci fu il passaggio dalla Lazio alla Juve venivo da un periodo molto buono. Poi l’ultimo anno a Torino ebbi uno scontro con Boniperti per il rinnovo. In quel momento c’era la pressione di Viola per riportarmi a casa, così tornai a Roma. A distanza di tempo forse ho guardato il lato personale e ho sottovalutato il rispetto per la passione tifoso sia della Roma sia della Lazio.
Hai subito la pressione quando sei arrivato sulla sponda giallorossa?
Per giocare a calcio ad alti livelli bisogna avere una mente sgombra quindi ho sempre cercato di isolarmi, anche quando c’era la pressione dei giornali su questo cambio di sponda. Mi sono dispiaciute le spaccature che si sono create tra i tifosi per il mio passaggio. Un giorno un tifoso mi disse non venire mai ad esultare sotto la curva. Quando segnai il gol contro l’Inter di testa sotto la curva, d’istinto andai verso i tifosi, ma mi ricordai l’avvertimento e tornai indietro.