BLADE RUNNER HAUER / ASROMALIVE.IT – Ne sono passati di anni, eppure il film sembra godere di eterna giovinezza. Così la Warner Bros vuole festeggiare il grande classico con con l’uscita – Italia compresa – di un cofanetto in edizione limitata tre dischi in blu-ray, con nuovi gadget, artbook, galleria fotografica in HD. E, naturalmente, con la versione final cut rieditata qualche anno fa dal regista, da sempre scontento di quella che all’epoca andò nelle sale.
Di seguito un’intervista rilasciata a Republica da parte dell’attore Rutger Hauer.
Signor Hauer, sono passati tre decenni da Blade Runner: che sensazione le ha lasciato?
“La cosa più incredibile è come abbia ‘tenuto’ il passare del tempo, come non risulti affatto datato. Dal mio punto di vista, è e resta la cosa più eccezionale che abbia fatto. Unica. Ricordo che sorprese tutti, già all’epoca. Non ci aspettavamo l’enorme successo che ha avuto. E adesso, con YouTube, anche chi non lo vide allora può godersene i momenti cinematograficamente migliori. E per questo condivido questa maxiuscita homevideo: permette di vedere in alta definizione le nuove parti, i contenuti inediti“.
Aneddoti da quel set?
“La scena di un salto che dovevamo girare in notturna. Due stuntmen si sono infortunati e, per salvare la produzione, ho deciso di tentare il salto, con in tasca i miei portafortuna, e ce l’ho fatta“.
E la difficoltà maggiore?
“Rendere il personaggio di Roy più umano degli umani, come voleva Ridley: un processo che ha richiesto una preparazione enorme“.
Dal suo punto di vista qual è la versione più efficace? Quella che andò nelle sale trent’anni fa, o il recente final cut?
“L’ultima versione, sicuramente. Qualche anno fa, quando andammo a presentare il final cut alla Mostra di Venezia, Ridley mi confidò che già allora avrebbe voluto mandarla nei cinema così, ma il sistema hollywoodiano non glielo aveva permesso. Del resto lui ha avuto sempre un po’ la sindrome del genio incompreso“.
Ma al di là delle differenze, cosa rende Blade Runner così unico?
“Tutte le sue infinite sfumature, sia visive che di significato. Tutte quelle ‘stranezze’ di cui è costellato. La sua irriducibile particolarità: non ricorda nulla che avevamo già visto. Ma il merito della sua longevità è soprattutto nell’amore e nella tenacia dei suoi fan; senza il loro continuo puntello, questa nuova versione, perfetta anche dal punto di vista tecnico e visivo, non sarebbe stata mai realizzata“.
E adesso, trent’anni dopo, è stato ingaggiato nel serial tv True Blood…
“Stanno ancora scrivendo il copione, so poco del mio ruolo ma so che avrò parecchi denti, come un serpente o un coccodrillo. Ma il mio vero sogno nel cassetto è tornare a lavorare con Ermanno Olmi, che mi ha diretto in La leggenda del santo bevitore“.
Qualche tempo fa lei ha dichiarato che l’unico regista che potrebbe realizzare un sequel diBlade Runner all’altezza dell’originale sarebbe Christopher Nolan, il regista di Inception e degli ultimi Batman, e non Scott. Era solo una provocazione ?
(Ride…). “Ma sì. Lasciamo che Nolan e Scott se la vedano tra di loro, su chi deve riprendere in mano il progetto… che combattano pure per chi debba farlo!“.
A quanto sembra lei è contrario a resuscitare il marchio.
“Nulla negli ultimi anni mi ha mai fatto pensare che Ridley si sarebbe imbarcato in un prequel o in un sequel. Credo che nessuno di quelli che hanno amato tanto il film, come me del resto, pensa che davvero lo farà“.
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