GENOA ROMA ROMANISTI A CONFRONTO / ASROMALIVE.IT – Entrambi col coltello tra i denti, entrambi vogliosi di buttare quel pallone oltre il portiere avversario. Come prima, più di prima, spinti da una forza incontrollabile: la motivazione.
Genoa-Roma di domenica sera sarà soprattutto la partita di Marco Borriello e di Pablo Daniel Osvaldo. L’attaccante napoletano, con lo stipendio pagato per buona parte dalla Roma, vuole buttare in rete la mancata fiducia da parte di Zeman e della dirigenza giallorossa che, a causa del suo ingaggio elevato, gli ha preferito Destro e proprio Osvaldo. E’ il cannoniere principe del Genoa, dove ha ritrovato motivazioni, voglia di far bene e soprattutto i gol che l’anno scorso sono mancati soprattutto perchè ha passato più tempo in panchina (spesso anche tribuna) che in campo. Arrivato molto giovane al Milan dopo un’infanzia difficile a Napoli (suo padre fu ucciso dalla camorra e la madre ha dovuto crescere da sola lui e suo fratello Fabio) non riesce a sfondare subito e deve farsi le ossa con vari prestiti in giro per l’Italia. Prima Empoli, poi Reggina, Sampdoria e Treviso. In Veneto inizia a farsi conoscere e notare e il Milan lo riprende con sé. La stagione 2006-2007 in rossonero parte bene ma dopo un Milan-Roma (i casi della vita…) risulta positivo al test antidoping a causa di una pomata assunta ai tempi della sua relazione con Belèn Rodriguez. Si fa tre mesi di squalifica ma non trova più spazio in squadra. Viene così ceduto al Genoa dove, con 19 gol in 35 presenze è il terzo cannoniere della serie A, dietro a mostri sacri come Trezeguet e Del Piero. Viene convocato ovviamente in nazionale e il Milan lo richiama immediatamente. Lui non si fa pregare e gioca due ottime stagioni arrivando a segnare 15 gol nella seconda. Il passaggio alla Roma avviene nell’estate del 2010 e la sua prima stagione è ottima: 11 gol in 34 partite di serie A più altre 6 reti tra coppa Italia e Europa. La stagione successiva non è altrettanto fortunata e Borriello accumula solo 7 presenze senza mai incidere. In estate viene considerato solo come un peso e la società giallorossa lo cede al Genoa dove sembra rinato: 6 presenze e 3 gol e tanta voglia di urlare tutto il suo rancore in faccia a chi lo ha scaricato.
Pablo Osvaldo invece, ha poco da dimostrare. Vuole però far vedere a Zeman e a tutta l’Italia (che lo ha visto farsi espellere malamente con la Nazionale) che lui è tutto fuorchè uno scansafatiche. Tanto talento, che lo porta a fare gol spettacolari, ma anche un carattere un po’ fumantino, che lo porta a litigare con i compagni e con gli allenatori, rischiando di fargli disperdere tutta la classe che si ritrova. Arrivato al Lecce nel 2006 dopo varie stagioni in patria con l’Huracan, si trova subito a proprio agio con il boemo, e lo ripaga con il bel bottino di 5 gol in 13 partite. Lo nota e lo prende subito la Fiorentina dove al primo anno ripete esattamente lo stesso score e si mette in mostra con gol decisivi come quella clamorosa rovesciata all’ultimo minuto contro lo Juventus che consente ai viola di approdare in Champions League. La stagione successiva non è delle migliori e in gennaio approda al Bologna, dove non riesce a esplodere, perdendo anche la Nazionale Under 21. Nel 2009 va così all’Espanyol dove fa parlare di lui a suon di gol: 7 la prima stagione e 13 nella seconda. Diventa così l’obiettivo di mercato della Roma e di Luis Enrique, che lo prelevano l’estate scorsa per la bella cifra di 15 milioni di euro. Nonostante le titubanze dei tifosi riesce a infilare la rete per ben 11 volte diventando in poco tempo l’idolo della curva Sud. Quest’anno, oltre ad aver ritrovato la Nazionale in pianta stabile, ha trovato anche la continuità: la statistica infatti dice 3 gol in 3 partite con i giallorossi (ha saltato un po’ di partite per infortunio e squalifica e l’ultima con l’Atalanta per scelta tecnica).
Dunque la prima stagione di Osvaldo con la Roma è stata migliore di quella di Borriello: stesso numero di gol ma meno partite giocate dall’italoargentino. Domani saranno di nuovo faccia a faccia, scelte tecniche e infortuni permettendo, e vorranno buttarla dentro a tutti i costi.
Valerio De Santis
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