Roma, Tancredi: “Hall of Fame? Mi sono commosso. Deluso per essere stato mandato via da Roma”

L’ex portiere racconta la giornata di ieri e parla della Roma

Franco Tancredi

ASROMA TANCREDI PARLA DI ROMA E HALL OF FAME / ASROMALIVE.IT – Franco Tancredi, ieri allo Stadio Olimpico per partecipare alla cerimonia della Hall of Fame, è intervenuto ai microfoni di Rete Sport. Queste le sue parole:

Sulla cerimonia della Hall of Fame.

“Mi ha emozionato molto parteciparvi, sono orgoglioso di far parte di questa formazione piena di campioni. Ringrazio tutti i tifosi che mi hanno votato. Certo un po’ mi dispiace per Masetti che ho avuto modo di conoscere. Una grande persona, mi diede tanti consigli nell’anno dello scudetto, mi regalò addirittura un suo scarpino. E’ stato bello rivedere ieri tanti compagni e tanti giocatori che hanno vestito questa maglia, è stata come una grande riunione di famiglia. Quando ho fatto il giro in auto, e ho visto alcuni tifosi in lacrime,  mi sono commosso anche io”.

Ti abbiamo visto sventolare la bandiera col volto di Di Bartolomei…

“E’ stato un gesto improvviso, naturale, istintivo. Mi è venuta voglia di sventolarla, l’ho fatto insieme a Losi. E’ stato un momento molto toccante per me. La mancanza di Agostino si è sentita come un macigno nella mia vita, era un grande amico. Non solo capitano in campo, ma anche fuori. Ha aiutato me e la mia famiglia a inserirmi nella città, a capire Roma  e la Roma. Ieri per me è stato come abbracciare Agostino“.

Come è stato rivedere la dirigenza che ti ha allontanato?

“Sono tornato con grande leggerezza. E’ il primo premio che vinco nella mia carriera, e sentivo di doverci essere per rispetto verso i tifosi. L’ organizzazione è stata perfetta, merito della società. Ho rivisto i dirigenti ed è stata un’occasione per salutarli, nonostante la delusione di essere stato allontanato. Era un contesto di festa, e tale è rimasto”.

Quando Baldini ti ha chiamato per tornare a Roma, hai pensato che per te finalmente si stesse per chiudere un cerchio professionale?

“E’ stata la prima cosa che ho pensato. Ma so bene come funziona questo mondo, conosco il “giochetto”. Però l’ho pensato, credevo si stesse chiudendo un cerchio professionale, tant’è che quando sono arrivato a Brunico i tifosi hanno fatto uno striscione con scritto “bentornato a casa”. Era quello che provavo. Non sono mai stato bravo a vendermi, sono un pessimo comunicatore anche a causa della mia onestà. E spesso l’ho pagato. Se alcune persone si sono comportate male con me, il problema è loro e non mio.

In cosa deve migliorare Stekelenburg?

“Non è che non voglia rispondere, ma non mi sembra opportuno”.

Che rapporto hai con Baldini e Zeman?

“La scelta presa su di me è stata tecnica. Su Zeman non posso esprimere giudizi , lo conosco solo come allenatore”.

Hai avuto offerte da altre società?

“Colgo l’occasione per ringraziare tantissimo Capello per avermi chiesto di andare a lavorare con lui per la Federazione Russa, ma ho preferito non seguirlo. Lo ringrazierò sempre per avermi fatto lavorare in grandi club e federazioni, ma ormai ho preso un’altra strada. Preferisco lavorare con un club quotidianamente che con la Nazionale. Ora farò un giro tra le società per vedere come i miei colleghi lavorano, e cercherò di tornare il prossimo anno in un club”.

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