NOTIZIE AS ROMA – Dopo le varie dichiarazioni rilasciate mesi fa riguardanti Francesco Totti, il giornalista Giancarlo Dotto è tornato a parlare della Roma al sito ‘dagospia.com’. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Su Pallotta
James non sa di calcio, ma sa di uomini (e di stadi). Gli basta sfiorare con il suo pollice bostoniano una superficie umana per capire se è di cartapesta. Gli basta poco per rovesciare il binocolo. James ha dalla sua l’entusiasmante brutalità del rullo compressore. Che si chiamino Rudi Garcia, Walter Sabatini o le decine di dirigenti italiani o yankee passati per Trigoria, James quando è l’ora ti schiaccia come un brufolo prima che diventi purulento. Non si fa il segno della croce, o forse sì, prima di spianare l’equivoco.
Di Francesco sotto accusa
Nel mirino ora, dopo la gita all’Olimpico, c’è già il buon Eusebio. Tanto più appassionato quanto più inadeguato. Pallotta ne sta decifrando l’inadeguatezza. E mica perché l’abruzzese gioca il 4-3-3 piuttosto che il 3-5-2. Da vero cacciatore di teste e di qualunque cosa, il boss fiuta l’inconsistenza tremula di chi gli si para davanti. Il guaio per l’onesto Difra è che a misurare l’inconsistenza del leader cominciano, e non da ieri sera, i calciatori, lupi di terra e di mare abituati a confrontarsi con sciamani a ca*** eternamente dritto come Spalletti, Guardiola, Mourinho. Gente come Dzeko, Nainggolan, Strootman, lo stesso De Rossi, in cuor suo, onesto, leale, capace di mentire qualche volta al mondo, mai a se stesso. Il rigetto dei calciatori è una sentenza. Non c’è scampo.
Sui passati allenatori
Ricordate Zeman? Quando fu chiaro che stava portando la Roma allo sfascio con le sue cocciute stravaganze, smisero di giocare. Ricordate Rudi Garcia? Quando cominciò a mostrarsi debole, sazio e distratto da altro, fu sfrattato prima ancora che lui potesse rendersene conto. Nulla di subdolo o riprovevole. Questa è la parte sana dei calciatori. Rigettano chi non sta dalla loro parte o chi non ha abbastanza bastone carismatico per abbassarne la cresta. Il calcio lo fanno i calciatori.
Poi ancora su Di Francesco
Prendi Di Francesco. Prova ad accostarlo a un aggettivo subliminale. Non ne trovi uno. Zero. Ragazzo splendido a farci un picnic in una banda di boy scout, ma zero carisma, zero follia, zero perversione. Faccia buia e voce chioccia. Non è lupo e non è lampo. Non è suono. Le sue comunicazioni pubbliche sono strazianti. Passare da Spalletti a Difra è come passare da Yul Brinner a Cecco Adinolfi.