Roma, Alicicco fa il bollettino degli infortunati

Parla l’ex medico sociale dei giallorossi

Il dottor Alicicco ( a sinistra)

ASROMA ALICICCO INFORTUNATI / ASROMALIVE.IT – Ernesto Alicicco, ex medico sociale della Roma, è stato contattato da Gazzettagiallorossa.it in merito agli ultimi infortuni subiti da alcuni giallorossi. Queste le sue parole.

Balzaretti (lesione di 1°/2° grado del bicipite femorale della gamba sinistra).
“E’ uno dei muscoli che si infortuna più facilmente. Tra il primo e il secondo grado, un mese di stop, potrebbe essere un tempo medio, anche se poi bisogna vedere il recupero “ad personam” di ogni calciatore: non c’è un metro di paragone. Bisogna ricordare comunque che è un infortunio frequentissimo di cui soffre qualsiasi calciatore, ma che non lascia segni sulla muscolatura”.

Pjanic (affaticamento muscolare).
“E’ solo un sovraccarico di lavoro. In questi casi bisogna affrontare delle terapie specifiche per permettere al giocatore di smaltire la fatica”.

Bradley (lesione muscolare tra il primo e il secondo grado al retto femorale destro).
“E’ una patologia frequentissima nel calciatore. Perché? E’ il muscolo che serve per calciare, e per questo chi gioca a calcio ne soffre durante tutto il corso della sua carriera. Per il retto femorale bastano 20-30 giorni per recuperare, e come nel caso di Balzaretti, è un infortunio che non lascia segni sulla muscolatura”.

Dodò (Impegnato in un intenso programma di riequilibrio muscolare e propriocettivo dell’arto operato, dopo rottura crociato sinistro).
“Dopo un infortunio del genere, ci può stare che ci sia un’atrofia muscolare. Il recupero? Mediamente per una lesione al legamento crociato ci vogliono 6-7 mesi. Questa è un’altra di quelle patologie abbastanza frequenti nel calciatore, ma in questo caso, da un certo punto di vista,  si può tornare meglio di prima: Burdisso docet. L’argentino si è fatto male, è stato operato, ed è tornato alla grande”.

De Rossi (trauma contusivo distorsivo alla caviglia con una leggera sofferenza al legamento esterno).
“E’ un infortunio dal quale il giocatore recupera molto prima e che non compromette nessuna componente articolare. Una minima sofferenza al legamento esterno ci può stare, ma non è nulla di grave. Poi bisogna vedere la reazione dell’atleta: per esempio De Rossi è uno che per farlo stare fermo deve succedergli qualcosa di grosso”.

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