(D. Stoppini) – Venti secondi e l’amarezza ha salito il popolo giallorosso. Nella vigilia Garcia definì il pareggio come un risultato positivo, ma non c’è una faccia felice nella zona mista della Khimki Arena a fine partita. De Rossi passa e non finisce di tossire, tanto è il freddo che ha respirato. Ljajic parla di “risultato che fa male”.
E Strootman ha un volto ancora più duro e severo di quanto già non possegga in situazioni normali, lui che quel grugno lo mette su anche nelle giornate migliori. Figuriamoci stavolta, protagonista infelice del pallone perso che poi ha portato all’azione del pareggio. E allora sul banco degli imputati finisce Garcia, che ha buttato dentro l’olandese a pochi minuti dalla fine quando in molti a Trigoria non lo considerano ancora pronto. «Ma lui deve giocare per ritrovare il ritmo della competizione — si è difeso l’allenatore — Ho inserito lui e Pjanic per tenere il possesso palla. Purtroppo non abbiamo chiuso la partita, poi è arrivato quel contropiede fatale».
Rimpianti – Contropiede che rimanda il discorso qualificazione all’ultimo tuffo, all’Olimpico contro il Manchester City. «Dobbiamo pensare positivo, in questo gruppo tutti ci consideravano “ospiti” e invece ce la giocheremo in casa — ha spiegato il tecnico —. Tutto dipende da noi, il destino è nelle nostre mani e questo è fantastico. Non faccio calcoli, preferisco pensare che dovremo vincere contro il City».
Ma la faccia non è in sintonia con le parole, perché quei 19” hanno rovinato una tavola già apparecchiata: “L’amarezza è grande, non per la prestazione. È una beffa, abbiamo fatto la partita giusta. Quasi giusta. Perché quando si hanno tante occasioni per chiuderla, almeno una deve essere sfruttata. Altrimenti può capitare di subire il pareggio. L’azione finale? Sarebbe stato meglio tenere il pallone, magari portarlo più avanti possibile. Ma da lì a subire gol ce ne corre. Non avremmo dovuto abbassarci così tanto, fin dentro la nostra area, su quel cross”
Atteggiamento che per la verità la Roma ha avuto troppo a lungo nella ripresa: «Merito anche del Cska — ancora il tecnico —. Avremmo potuto ripartire di più e meglio. Ma è giusto dire che De Sanctis non ha mai fatto interventi, a parte l’uscita bassa nel 1° tempo. E che proprio nella ripresa le occasioni migliori sono state le nostre». E qui Garcia rivendica le sue scelte. Anche l’esclusione di Pjanic: «Volevo un centrocampo più difensivo, perché in avanti avevo tre attaccanti veri. E poi Mire aveva un piccolo problema fisico». E poi senza quei 19” le discussioni non sarebbero neppure iniziate. O no?