ROMA RICETTA SCONFITTA PERFETTA / ASROMALIVE.IT – Vincere giocando bene e convincendo è cosa ardua e tortuosa nel calcio di oggi, serve invece molto meno impegno per perdere e deludere. Ma la ricetta della sconfitta perfetta, come quella maturata ieri sera dalla Roma, passa attraverso punti cardine fondamentali per far apparire l’insucesso come un fallimento d’autore.
Il primo ingrediente è la paura, mista ad una discreta dose di confusione ed un pizzico di distrazione tattica mentale. E’ così che la squadra di Zeman, teoricamente improntata sull’aggressività, ha cominciato ad arretrare nel momento in cui la Juventus ha spinto con veemenza alla caccia del gol. I giallorossi, intimoriti e bloccati sulle gambe, sono apparsi come inermi agnellini in attesa del proprio tremendo destino di vittima sacrificale, in uno Juventus Stadium inferocito nei confronti della squadra rivale e del tecnico tanto odiato. La difesa è andata nel pallone troppo presto, smarrita tra la tattica del fuorigioco mai funzionata e la timidezza di chi entra in campo solo per obbligo.
Secondo ingrediente è l’inesperienza; non ci è alcun dubbio, per giocare a certi livelli in Serie A servono gli attrbuti ed una fortificazione mentale da veterani. Ecco perchè la forte Juve si è fondata su calciatori tra i 24 ed i 30 anni di età, già tutti pronti al salto di qualità o riportati nel calcio che conta dopo periodi di flessione. La Roma invece, squadra tutta da rodare e rifondare, si è trovata a scendere in campo con Florenzi, Tachtsidis e Lamela, gente coi denti da latte in ruoli chiave, incapaci di prendere per mano la squadra e metterci la tigna giusta. Se poi i senatori che hanno a fianco, in primis De Rossi, non sono neanche lontani parenti dei campioni visti in passato, allora la frittata è compiuta.
Ultimo tocco della ricetta è la mancanza di alternative di qualità; questa Roma ha una panchina da Under 20, con gente poco pronta al grande salto e troppo immatura per dare una svolta alla gara. Marquinhos, Piris, Nico Lopez o lo stesso Destro non possono concedere alcun cambio di passo, anche se l’ex senese ce l’ha messa tutta per far andare la squadra più forte. La Juve in confronto fa paura: ieri in panchina c’era gente come Lucio, Asamoah, Isla, Lichtsteiner, Giovinco e Quagliarella, calciatori che sarebbero titolari inamovibili in qualsiasi altro club di A. Questione di scelte, questione di progetti.
Keivan Karimi
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