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Roma, Vierchowod: “Se Zeman non ha mai vinto niente un motivo ci sarà”

Il grande del grande difensore del secondo scudetto giallorosso

Pietro Vierchowod

ROMA SAMPDORIA / ASROMALIVE.IT – Ha parlato un ex della Sampdoria e della Roma, Pietro Vierchowod, che ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport.

Roma-Sampdoria, apra quel cassetto dei ricordi.
«L’anno vissuto a Roma è stato fantastico, una cavalcata maravigliosa. Nonostante i due k.o. negli scontri diretti con la Juve, il nostro scudetto non fu mai in discussione. E quella Roma fu la più forte di sempre, gente come Pruzzo, Conti, Di Bartolomei, Prohaska e Falcao. Una squadra così non so se si ripeterà mai più».

Domani sera, invece, che partita sarà?
«Mi aspetto la solita Roma, lanciata all’attacco, perché la filosofia del suo tecnico è questa. Ma stavolta deve fare davvero attenzione, perché la Samp è una squadra che può farle male. L’ho vista con Milan e Torino: ti fa giocare, ti dà l’impressione di subire, cerca di sbilanciarsi il meno possibile e riparte con gente velocissima».

Il tipo di squadra che può mettere davvero paura a Zeman.
«Direi proprio di sì. La fase offensiva è come sempre ottima, ma il boemo deve migliorare nella fase difensiva, dove per me resta limitato. La storia dice che non vinci se fai un gol in più, ma se ne prendi uno in meno. Non ho mai visto vincere una squadra che fa 200 gol e ne subisce 190. E, infatti, Zeman non ha mai vinto niente. Un motivo c’è».
Eppure la fase difensiva della Roma sembra più equilibrata rispetto a quelle dei trascorsi zemaniani.
«Ho visto le partite con Catania e Inter, dove i giallorossi hanno vinto perché dopo il gol di Florenzi, si sono compattati bene, aspettando i nerazzurri e colpendoli in contropiede. Ma in difesa la Roma non ha dei fenomeni e i giocatori non sono velocissimi. Per tutto questo, sarà importante non lasciare mai 40 metri di campo».
Ma tra gli obiettivi di Zeman c’è anche quello di arrivare a giocare con una difesa alta.
«E allora vorrà dire che continueremo a divertirci ed a vedere ancora tanti gol. Finora la Roma ha subito reti stupide: un po’ per disattenzione, un po’ per il modo di piazzarsi».
Da difensore a difensore, le piace Ivan Piris?
«È troppo presto per giudicarlo, diamogli ancora del tempo prima di bocciarlo».
E della vicenda di Cagliari che idea si è fatto?
«Da uno come Cellino ci si può aspettare di tutto, è stata sicuro una brutta pagina. Se c’è una disposizione va rispettata, casomai poi si protesta in altre sedi. Se può influire sulla Roma il fatto di non aver giocato? Direi proprio di sì. Non credo alla favola del riposo, i giocatori hanno bisogno di giocare per trovare continuità».

Domani sarà la prima sfida in panchina tra Zeman e Ferrara. Non proprio due amici.
«Immagino che faranno in modo di evitarsi. Ma sul passato bisognerebbe metterci una pietra e basta. Ognuno oramai ha una sua strada ben definita».
Tra Zeman e Vialli, però, questo non è successo.
«E bisognerebbe chiedergli perché. A dire il vero, penso che oramai abbiano un po’ stancato tutti».
Roma e Sampdoria sono tra le squadre più «giovani» della A.
«E questa è la politica giusta. In Spagna o in Inghilterra i giovani bravi giocano. Va cambiata questa mentalità, bisogna puntare sui ragazzi di valore. Magari all’inizio uno può avere dei problemi, ma alla lunga è una scelta che paga. E che spesso non fa spendere soldi inutili».

De Rossi può essere l’orologio giusto di questa Roma?
«Sì, ma se sta bene fisicamente. Davanti alla difesa, come lo scorso anno, mi è sempre piaciuto tanto: vede il gioco, è forte fisicamente, sa inserirsi. Da intermedio? No, in quella posizione lì non mi piace».
Per chiudere, Destro può diventare davvero un crac?

«È un ottimo giocatore, mi piace. E come attaccante ha trovato l’allenatore giusto, che può solo che farlo migliorare. La Roma ha un attacco sontuoso, ma in fase di non possesso la squadra deve abbassarsi, compattarsi. Ripeto, se esistesse solo la fase offensiva, Zeman sarebbe il migliore allenatore in assoluto. Ma la storia dei trionfi e delle vittorie ci dice che non è così».

Sara Mascigrande

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Sara Mascigrande

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