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Juventus, Vucinic: ”A Roma ho trascorso 5 anni importanti e devo tutto a Zeman”

L’attaccante montenegrino ha ricordato il suo passato giallorosso sia a Lecce che a Roma, quindi ha parlato anche di Zeman

L'attaccante della Juventus Mirko Vucinic (Getty Images)

JUVENTUS VUCINIC ROMA ZEMAN / ASROMALIVE.IT – Undici anni in giallorosso, dal 2000 al 2011 ma divisi tra due squadre: Lecce e Roma. E’ questa la storia di Mirko Vucinic prima dell’approdo alla Juventus, nell’estate del 2011. Oggi la Gazzetta dello Sport ha pubblicato un’intervista all’attaccante montenegrino sugli anni vissuti a Roma e sull’incontro con Zeman a Lecce:

Che effetto le farebbe ritrovarsi accanto la sua Roma in piena volata scudetto?
«Mi farebbe piacere, lì ho trascorso cinque anni importanti della mia vita. E comunque è una squadra pericolosa, ha giovani interessanti».

E in più c’è Zdenek Zeman.
«Tecnico eccezionale, di grandissimo carisma, unico nel valorizzare i giocatori a disposizione. Il calcio italiano mi ha conosciuto grazie a lui».

Erano i tempi del Lecce.
«Bei tempi, i più belli della mia vita. A Lecce tornerò a vivere una volta smesso di giocare».

Che tipo è Zeman?
«Una manna per gli attaccanti. A livello di condizione fisica migliora tantissimo i suoi giocatori. Alla fine di ogni allenamento eravamo sempre tutti morti, ma poi in campo…».

La cosa che più la divertiva del boemo?
«La sua espressione. Sempre la stessa. Poteva accadere di tutto, dalla cosa peggiore a quella più bella…».

In cinque anni di Roma lo scudetto le è sempre sfuggito. Che cosa mancava a quella squadra, oltretutto molto forte?
«Siamo arrivati tre volte secondi, ma come dice Conte, i secondi posti non se li ricorda nessuno. Ancora fatico a digerire la stagione 2009-10 (quella del Triplete mourinhano, n.d.r). Avevamo recuperato 12 punti all’Inter, poi abbiamo buttato via tutto in casa perdendo contro la Samp. E pensare che alla fine del primo tempo vincevamo noi…».

Perché in una piazza importante come Roma i successi pesanti si contano sulle dita di una mano?
«Non saprei spiegarlo. E’ che a volte non c’è equilibrio a Roma. I tifosi sono tanti e caldissimi, se vinci ti portano realmente alle stelle, ma basta un niente, un mezzo passo falso e vai giù velocemente, molto velocemente».

E’ vero che decise di lasciare Roma il giorno in cui la sua compagna (in dolce attesa, n.d.r) venne insultata pesantemente in tribuna, all’Olimpico?
«Sì, da quel giorno non mi sentivo più dentro Roma».

Meglio Mancini-Totti-Vucinic o Destro-Osvaldo-Totti?
«Ditelo voi! In ogni modo, a me i tre di oggi piacciono parecchio»

Marco Pennacchia

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Marco Pennacchia

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