ASROMA BORINI AGENTE LIVERPOOL / ASROMALIVE.IT – Gli è bastato solo un anno per farsi amare da una tifoseria intera. La grinta, i gol, quell’esultanza curiosa. Fabio Borini però è ora altrove, a Liverpool, e ora è la “Kop” ad amarlo alla follia, nonostante un solo gol segnato fino ad ora.
In esclusiva a romanews.eu parla del suo assistito il suo agente Marco De Marchi, che ovviamente lo promuove anche per la Nazionale di Prandelli. Ecco le sue parole al sito:
Sono passati due mesi dal passaggio del suo assistito a Liverpool e, nonostante un solo gol messo a segno (nel preliminare di Europa League contro il Gomel), la curva ‘Kop’ si è già innamorata della sua grinta.
“Fabio si è ambientato subito. Tra l’altro c’era già stato in Inghilterra e conosceva già l’atmosfera e l’ambiente della Premier League“.
La stessa grinta gli aveva permesso di emergere lo scorso anno, facendo appassionare tifosi e tecnici, tanto che alla fine Borini risultò essere uno dei più positivi tra i giallorossi. Molti lo consideravano un giocatore ideale per il gioco di Zeman, è stato un peccato non vederlo sotto la guida del boemo?
“A volte ci sono altre situazioni che vanno analizzate. Adesso è inutile parlare di quello che sarebbe potuto essere. Fabio ha sempre mostrato di metterci il massimo impegno e penso che ci sia anche riuscito. Il calcio non si fa con i se e con i ma, adesso lui ha girato pagina e di conseguenza guardiamo sempre avanti. Ad ogni modo, lui ha passato un’annata veramente meravigliosa a Roma, sotto qualsiasi aspetto, peccato che la squadra poi abbia avuto degli alti e bassi. Quello che ci tengo a dire, ma che del resto è anche superfluo sottolineare, che alla fine si guardano i risultati sul campo. Fabio ci ha messo anima e cuore, in tutto e per tutto, a volte riuscendoci bene, altre meno bene ma l’impegno, che è una delle sue qualità peculiari, c’è sempre stato. A Roma ha passato un anno straordinario e lo ha ripetuto anche lui diverse volte”.
Quanto ha inciso il richiamo del suo ‘maestro’ Brendan Rodgers?
“Ci sono state una serie di evoluzioni ad un certo punto della trattativa e si è preso in considerazione anche questo aspetto, sicuramente ha avuto la sua percentuale. Dopo aver valutato il tutto a 360° con la Roma che ci ha prospettato questa cosa, alla fine si è deciso di andare a Liverpool”.
Capitolo nazionale: per un italiano all’estero è sempre difficile restare in contatto con la maglia azzurra. Il ct Prandelli ha dimostrato comunque di tenere in considerazione il giocatore, ma non teme che la lontananza dall’Italia, a lungo andare, potrebbe essere un fattore penalizzante?
“Rispondo con una battuta: visto che Liverpool e Manchester non sono lontanissime, sono distanti 40 km tra loro, quando mister Prandelli va a vedere Balotelli gli consiglio di allungarsi anche verso Liverpool…Al di là della battute, credo che ormai non si possa più parlare di estero o di Italia. Ormai il calcio è diventato globale, senza frontiere. Oltretutto il campionato inglese è uno dei più difficili e competitivi, un test molto importante. Tutto dipende dai giocatori che giocano all’estero, non tanto da dove giocano. Se un giocatore fa bene, viene sicuramente notato, a prescindere dal campionato di militanza“.
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