L’ex vice allenatore dei giallorossi ha parlato dell’impronta zemaniana e della partita di domenica prossima contro il Bologna
CAMPIONATO SELLA ZEMAN NICO LOPEZ / ASROMALIVE.IT – Oggi ai microfoni di ReteSport è intervenuto Ezio Sella, l’ex vice allenatore della Roma(dal ’97 al ’01) e del Bologna (2010) ha parlato di Zeman, della squadra giallorossa e della partita di domenica contro il Bologna. Qui di seguito le sue parole:
Dopo due gare, cosa pensi di questa Roma di Zeman?
“Ancora non abbiamo visto la tipica squadra di Zeman. Si percepisce il pensiero del boemo, ma non è applicato totalmente. Non mi sento di dire che questa Roma è “la Roma di Zeman“. C’è sicuramente la sua impronta sotto l’aspetto fisico: sappiamo che ci vuole un po’ per far entrare i giocatori in forma dopo una preparazione così pesante. Tra poche gare vedremo velocità e intensità. Ma verticalizzazioni e tagli si sono visti poco, anche perché i giocatori che ha a disposizione non hanno tutti le caratteristiche adatte al suo calcio. Prendiamo l’attacco: Osvaldo attacca benissimo gli spazi e la profondità, Destro contro l’ Inter ha faticato, mentre Lamela deve ancora assimilare bene le sue idee. Però a Milano abbiamo visto l’importanza degli inserimenti dei centrocampisti. In questo è forte la mano di Zeman“.
Tachtisidis è il vice De Rossi?
“Zeman davanti alla difesa vuole un giocatore che verticalizzi molto. Bradley e Pjanic con il Catania hanno attacco troppo poco la profondità, per questo De Rossi non ha entusiasmato. Contro l’ Inter mi è piaciuto Tachtisidis, che ha potuto sfruttare i movimenti senza palla di Florenzi, Totti e Destro“.
Che ne pensi della posizione di Totti?
“Francesco, nel ’97-’98 giocava esterno sinistro come oggi, ma già allora non aveva la mentalità del taglio offensivo, della ricezione della palla in profondità. Parte da sinistra, sia accentra, e poi lascia andare il tiro o la giocata. Certo 13 anni fa c’era anche lo spunto del dribbling, che ora per forza di cose manca. Compie più o meno gli stessi movimenti di allora, tendendo ad accentrarsi di più. Se gioca troppo largo non rende bene, perché non riesce più a puntare e saltare l’uomo. Ancora oggi la differenza”.
Destro ha detto di trovarsi fuori posizione.
“E’ chiaro che è arrivato tardi rispetto agli altri. C’è bisogno di tempo per imparare. Se si applica e ha voglia, come ha dichiarato, potrà far bene in quella posizione. Lui nasce come una punta centrale, ed è forse il migliore ad attaccare gli spazi tra le punte giallorosse. E’ ovvio che avendo Osvaldo, Destro fatichi a giocare in quella posizione, ma forse si potrebbe pensare di invertirne le posizioni”.
Roma-Bologna: che partita sarà?
“Ho visto gli emiliani contro il Milan, e direi che i tre gol subiti sono stati molto fortunati. Il Bologna in questo momento non è una squadra facile da battere. Visto il sistema di gioco di Pioli, non sarà facilissimo per gli uomini di Zeman trovare spazi da attaccare. Saranno fondamentali gli inserimenti degli esterni di centrocampo. Il Bologna coprirà bene il campo, raddoppierà le marcature, e a quel punto potrebbe servire una giocata del singolo per vincere la partita. Quando in casa giochi contro queste squadre preparate bene, e attrezzate per giocarsi la salvezza, è fondamentale avere giocatori che possano trovare la giocata”.
Su Osvaldo
“E’ un giocatore fortissimo ma discontinuo nei ’90 minuti. Ma ora è in un momento d’oro, appena tocca palla la butta dentro. L’espulsione è un grave danno per la Roma“.
Come schiereresti centrocampo e attacco?
“Senza Osvaldo, farei Totti-Destro-Nico Lopez. A centrocampo: Tachtsidis, Florenzi, Marquinho. Andrei però cauto su Pjanic perché darei fiducia al centrocampo visto a Milano contro l’ Inter. Florenzi è un giocatore che mi è sempre piaciuto, sostenevo da tempo che fosse in grado di giocare i 90′ in Serie A. Sono certo che arriverà in nazionale, ha tutte le caratteristiche del centrocampista moderno”.
Pjanic “penalizzato” dalla vicinanza di Totti?
“Pjanic deve rendersi conto che possiede grandissime potenzialità a livello tecnico. Non basta però per diventare grandi giocatori: servono corsa e quantità, e lui in questo momento sta ancora assimilando questi concetti. Se lo farà, diventerà un grande centrocampista. Con Zeman i centrocampisti devono saper attaccare la porta avversaria, fare sovrapposizioni, tirare in porta. Il calcio non è solo quando hai la palla tra i piedi, ma sopratutto quando non ce l’hai”.