Lo dice il quotidiano Il Tempo
ASROMA STADIO TOR DI VALLE / ASROMALIVE.IT – Scartata la zona dell’Ostiense, troppo onerosa la bonifica con costi decuplicati e troppo lunghi i tempi. Come dice un articolo de Il Tempo la costruzione, dopo l’anno (circa) necessario per sbrigare tutte le pratiche burocratiche, dovrebbe partire entro la fine del 2013. Da lì in avanti ci vorranno circa due anni/due anni e mezzo per ultimare i lavori, con l’obiettivo di poter giocare nel nuovo impianto già nella stagione 2016/2017: in sintesi tra 4 anni. Manca ancora l’ufficialità che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, se non addirittura nei prossimi giorni dopo il lungo lavoro della Cushman & Wakefield che aveva selezionato le aree idonee arrivando alle tre «finali»: Tor di Valle, Bufalotta e Massimina (non c’era la zona Eni per la quale si era aperto un’altro fronte). Nell’area in questione a Tor di Valle (di proprietà del costruttore romano Parnasi), visionata più volte dalla Roma anche dall’ex presidente Di Benedetto in persona (che all’epoca disse: «Io lo farei qui da subito»), attualmente sorge l’ippodromo. Lo stadio della Roma verrà costruito a «costo zero», visto che la società punta sui «naming rights» per acquisire i fondi necessari. A differenza della Juventus il club giallorosso si occuperà personalmente della vendita di questo diritto (i bianconeri si affidarono a una società esterna) che darà di fatto il nome al nuovo impianto. Un grosso sponsor quindi che gli americani hanno già dimostrato di non faticare a trovare (Walt Disney docet) e che farà sì che il sogno, in fase progettuale nello Studio Populous dell’architetto Dan Meis a Los Angeles, possa diventare realtà in tempi relativamente brevi. Ieri Alemanno ne ha parlato, seppur fugacemente, anche con il tecnico giallorosso Zeman auspicando una chiusura rapida dell’iter burocratico (che si è impegnato a snellire il più possibile per le sue competenze): il sindaco vuole lo stadio della Roma perché ha capito l’importanza per la Capitale di avere due squadre con un impianto di proprietà.
E sul tema è tornato anche l’ex ad ora Coo (Chief Operating Officer: termine americano assimilabile al direttore generale delle società italiane) Claudio Fenucci. «È uno dei cardini di sviluppo della nostra strategia societaria». Strategia dettata dalla nuova proprietà americana, che nel fine settimana rispedirà a Roma l’ad Mark Pannes. Ieri l’uomo di riferimento della proprietà, sempre in tema stadio, è tornato sull’esperienza della tournée negli States della Roma e dell’importanza di avere uno stadio di proprietà. «È stata una grande opportunità per noi – ha detto – abbiamo visto il grande supporto che ci è stato dato a Boston e in tutti gli Usa. Lì abbiamo un seguito di 8 milioni di persone. Con il Liverpool c’è stato il tutto esaurito: il Fenway Park è uno degli stadi più belli. Quando acquistammo la Roma era in bancarotta, i proprietari erano una famiglia in difficoltà economiche, il mio ruolo era quello di sistemare il bilancio e portare la squadra ai vertici. Ma ci vuole tempo». E con una casa di proprietà sarà più facile.
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