ASROMA FENUCCI ZEMAN DE ROSSI / ASROMALIVE.IT – Ai microfoni di Sky Sport 24 parla l’ ad giallorosso Claudio Fenucci a proposito di Zeman e della “telenovella”estiva tra De Rossi-Manchester City. Qui di seguito le sue parole:
Zeman è cambiato con la Roma?
“Non credo che ci siano grandi differenze né sul modo di allenare né su quello di preparare le partite, le sue idee sono rimaste le stesse, cambiano gli interpreti, ma lui sposa la nostra filosofia, una squadra che gioca sempre all’attacco. Anche l’anno scorso volevamo una squadra aggressiva e con lui ci siamo trovati benissimo perché conoscevamo la sua idea di gioco”.
Sembrava che tutti o quasi gli allenatori giallorossi parlassero di Totti in un certo modo per rispetto della sua figura. A noi sembra che Zeman ne parli con sincerità vera, è così? Può essere che il capitano percepisca la stima del suo allenatore, visto come ha giocato ieri, rincorrendo ogni pallone?
“Credo che tra Francesco e il mister ci sia un rapporto molto forte, di grandissima stima reciproca, sincera e vera, questo può aver aiutato l’uno e l’altro in questa fase di lavroro. È importante che ogni giocatore segua l’allenatore, sappiamo che i suoi allenamenti richiedono un grande sacrificio, ma siamo convinti di poter fare una grande stagione e anche Totti lo è, lo abbiamo visto allenarsi alla grande e questo ci conforta su questa strada”.
La Roma di quest’anno come la Juve dell’anno scorso, in tanti dicono anche per la fame. È così? Anche per l’inserimento di Florenzi: l’anno scorso, quando la Juve inseriva un nuovo giocatore, andava tutto bene e non c’erano problemi, così è successo anche alla Roma ieri… Ci sono dei parallelismi?
“Sul fatto che anche noi vogliamo costruire una squadra competitiva e che dia soddisfazioni ai tifosi credo ci siano, poi per il gioco e le differenze degli allenatori, l’inserimento di un giocatore non dovrebbe cambiare niente. Se vogliamo trovare delle coincidenze tra le due realtà ci sono, noi dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo sapendo che possiamo ottenere grandi risultati. Stiamo lavorando anche per costruire una società che possa dare garanzie ai tifosi. Nel processo di formazione di un giocatore intervengono diversi allenatori, per Florenzi l’esperienza al Crotone è stata decisiva per la sua formazione”.
Il Manchester City quanto voleva per De Rossi? Ora può dircelo…
“Il City era interessato al calciatore ma una reale trattativa non è mai partita. Più o meno quanto hanno offerto? Non abbiamo ascoltato molto in realtà… Non c’è mai stata la convinzione fino in fondo di portare avanti la trattativa, quindi le cifre lasciano il tempo che trovano…”.
Possibile non ci sia mai stata un’offerta concreta?
“De Rossi è un calciatore diverso dagli altri, sia per caratteristiche tecniche sia per quello che può dare alla Roma nei prossimi anni, quindi anche per valutare l’ipotesi di una cessione avremmo dovuto pensarci molto. La Roma sta seguendo una strada diversa stiamo costruendo una squadra competitiva, abbiamo ridotto la rosa da 36 a 22 giocatori, abbiamo abbassato il monte ingaggi, abbiamo intrapreso la strada del risanamento e gli azionisti ci hanno supportato negli investimenti. Abbiamo privilegiato i fattori legati alla competitività della squadra piuttosto che le questioni economiche, quando si parte da queste basi si può sentire l’offerta ma non prenderla in considerazione, in realtà una cifra concreta non c’è mai stata”.
Cosa ci dice del nuovo stadio?
“È uno dei cardini di sviluppo di questa strategia societaria. Abbiamo intrapreso un processo trasparente e pubblico, abbiamo invitato i proprietari delle aree a fare le loro proposte, abbiamo individuato dei siti, credo che entro breve definiremo le cose con i proprietari. I siti presi in considerazione sono 3-4, sono tutte aree all’interno del raccordo anulare; dopo aver parlato con i proprietari e con il comune per ciò che riguarda le infrastrutture, prenderemo la decisione finale. Lo stadio è fondamentale per la nostra strategia, anche perché la Roma rispetto alle altre ha un gap di ricavi di 90 milioni di euro quindi lo stadio serve anche per questo, per colmare questo gap. Poiché la Roma ha un bacino di tifoseria nel territorio, credo che lo stadio sia fondamentale per questo”.
Zeman è cambiato in questi anni, cosa può raccontarci?
“Non ho grandi aneddoti da raccontare, rispetto al Lecce lo trovo più rilassato e pronto alla battuta”.
Zeman è conosciuto fuori dall’Italia? Ieri è stato celebrato anche da uno striscione dei tifosi dell’Inter… ma è esportabile il prodotto Zeman?
“Quando siamo andati in America ha avuto un riscontro molto positivo sotto il profilo mediatico, lui è stato riconosciuto come uno delle icone del calcio italiano, non credo sia così sconosciuto nei paesi dove si parla di calcio. Credo che dobbiamo esportare il sistema di gioco vincente della squadra, ieri abbiamo fatto dei gol bellissimi che possono diventare uno spot del calcio italiano, che è molto più bello di quanto si faccia credere, non credo servano poi grandi campioni, serve una squadra che imponga il proprio gioco e faccia spettacolo”.
Quando c’è stato il contatto con Zeman?
“Abbiamo contattato Zeman immediatamente nel momento in cui Luis Enrique ha deciso di andare via. Se l’abbiamo contattato quando la squadra era da rifare? Bè, l’abbiamo rifatta alla fine (ride ndr). Avevamo una lista di allenatori italiani ed esteri e alla fine è stato scelto Zeman perché era in linea con il volere della società. Sono contento della scelta perché può dare qualità alla squadra, grazie anche al grande lavoro di Sabatini e Baldini che hanno portato nella Roma tanti giovani talenti”.
Le aree per lo stadio sono 3 o 4? Alemanno ha appena detto che sono solo tre…
“Sì, diciamo che sono tre”.
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