Liverpool, Borini: ”Porterò sempre con me il calore e la passione per la maglia della Roma”

Le dichiarazioni del giovane attaccante di Bentivoglio sulla sua esperienza romana: un giudizio sui compagni, su Luis Enrique e su Zeman

Fabio Borini durante le visite mediche a Liverpool

LIVERPOOL BORINI INTERVISTA CALORE PASSIONE MAGLIA ROMA / WEB – Fabio Borini, dopo essere stato ceduto al Liverpool, ha concesso un’intervista al sito vocegiallorossa.it. Per ironia della sorte, tra quattro giorni l’attaccante incontrerà nuovamente i suoi ex compagni di squadra nell’amichevole al Fenway Park di Boston. Ecco le sue dichiarazioni:

Ciao Fabio. Hai da pochi giorni concluso la tua esperienza alla Roma e sei in partenza, cosa porterai in Inghilterra di questo anno?

Il calore e la passione per quello che i tifosi amano di più, che è sicuramente la Roma, la maglia. Quello lo porterò sempre con me.

Se dovessi fare un bilancio?

Sicuramente un’esperienza positiva perché penso di aver fatto bene quest’anno, anche se ho avuto qualche infortunio. Credo di essere riuscito a farmi conoscere come giocatore e ad entrare in sintonia con i tifosi.

Come definiresti il tuo rapporto con Roma e con l’ambiente?

Secondo me era buono, io sono sempre stato sincero con tutti, come quando ho detto che volevo rimanere alla Roma, essere tutto di loro proprietà. E’ stato bello, lo volevo davvero e i tifosi hanno sempre ricambiato volendomi bene. Ad esempio anche quando ero infortunato mi erano sempre vicini, poi anche durante i gol… Quando andavo in giro mi salutavano e mi chiedevano foto, sono sempre stato disponibile, non c’è mai stato un battibecco negativo nei miei confronti. Come città è una città fantastica, ha una grande storia dietro che nessuna altra città al mondo ha, poi ho comprato anche casa lì, quindi questo qualcosa vorrà dire….

Un ricordo positivo ed uno negativo della scorsa stagione…

Positivo il dopo-Inter e il dopo-derby per come la gente mi accoglieva anche quando, ad esempio, andavo al ristorante. Più che il momento in sé, ricordo proprio i giorni successivi. Il momento negativo? Non tanto il primo infortunio, ma quello successivo perché avevo recuperato e stavo andando bene. Farsi male di nuovo e dopo così poco tempo è stato più difficile da superare.

Un aggettivo per Luis Enrique.

Vero. Ho un ottimo ricordo di lui.

In un’intervista hai detto che saresti voluto entrare nei cuori dei tifosi. Pensi di esserci riuscito?

Da quanto leggo anche nella mia pagina Facebook, che controlla anche mio padre, e da quello che leggo su Internet o che mi dicono i miei amici, penso di sì. Nonostante io sia andato via subito dopo essere stato riscattato dalla Roma, non c’è stato alcun tifoso che mi abbia criticato: mi hanno tutti ringraziato per quello che ho fatto e sono contenti per me.

C’è un giocatore della Roma a cui sei rimasto più legato?

Sicuramente Pjanic e Stekelenburg, assieme anche a Kjaer, perché io parlavo inglese con loro e potevo aiutarli un po’ di più nella loro integrazione.

Guardando alla prossima stagione, chi pensi potrà fare la differenza?

Pjanic. Secondo me è un giocatore formidabile.

Dove arriverà la Roma secondo te?

Spero in alto perché già l’anno scorso si è visto quello che vogliono fare, spero che possano arrivare il più in alto possibile. Le idee ci sono e sono ben chiare, bisogna solo trasformarle. Ad esempio, anche i miglioramenti che sono stati fatti nel campo di allenamento sono stati molto importanti.

Hai parlato con Zeman? Cosa pensi di lui?

L’ho sentito per telefono il giorno dopo la finale dell’Europeo e mi ha chiesto quando volevo rientrare. Il mio pensiero su Zeman? Credo che sia una persona che dice sempre quello che pensa, anche se ciò significa andare contro la massa. Penso che sia una persona sincera.

Com’è nata la trattativa con il Liverpool?

E’ nata molto velocemente anche perché io conoscevo il mister (Brendan Rodgers, già suo tecnico al Swansea, n.d.r.) e, comunque fosse andata, sapevo che avrei avuto la sua stima come è sempre stato fino ad ora. Con la Roma penso che ci sia stato un contatto poi, in sintonia, abbiamo deciso questa cosa.

Tu andrai in America ed incontrerai i tuoi ex compagni (il 25 luglio al Fenway Park di Boston, n.d.r.), come vivrai questa coincidenza?

Sarà simpatico perché il programma prevedeva che io fossi là con la Roma e invece mi ritrovo ad esserci con il Liverpool (ride, ndr). Credo sarà una cosa simpatica ma il mister ha detto che non giocherò quella partita perché rientro il 23 e in due giorni è impossibile giocare una gara, però sarà piacevole perché potrò salutare tutti e ringraziarli.

Sei riuscito a raggiungere un obiettivo importante come vivere un Europeo con la Nazionale maggiore. Come hai vissuto questa esperienza?

All’inizio benissimo perché ovviamente ero contento di essere nei primi 23 e di andare all’Europeo, per di più così giovane. Volevo andarci e nessuno ci credeva… Ho scommesso con i miei amici che se ci fossi andato mi sarei tagliato i capelli e così è stato. Poi andando avanti mi accorgevo che c’era sempre meno spazio e quando una persona non gioca fa sempre fatica ad accettarlo, però essendo anche il più piccolo è andata bene lo stesso.

Sarai una delle punte per le prossime competizioni nazionali…

Lo spero, ma decide sempre il mister.

Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi giallorossi?

Di crederci sempre e di stare vicino alla società, come è stato fatto con Luis Enrique lo scorso anno.

Infine un’ultima battuta da parte dell’attaccante: “Vorrei inviare un ringraziamento alla società ed ai suoi dirigenti per avermi messo nelle condizioni di giocare con questa prestigiosa maglia“.

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