BORINI INTERVISTA DE MARCHI / WEB – Intervistato da Tele Radio Stereo, Marco De Marchi, agente di Fabio Borini, è tornato a parlare della trattativa conclusa ieri, operazione che ha fatto diventare l’attaccante un giallorosso a tutti gli effetti. Queste le sue parole:
“Fabio dal primo giorno che ha firmato il contratto ha dichiarato che come primo obiettivo puntava a diventare giocatore della Roma a tutti gli effetti. Le società lo sapevano e gli obiettivi sono stati tali da riprendere il discorso fatto lo scorso anno. Ovvio, speravamo che le società trovassero un accordo, di conseguenza abbiamo dovuto aspettare le buste. Possiamo dire che siamo molto contenti. Fabio è contentissimo e pronto per iniziare la sua nuova vera avventura con la squadra. Ringraziamo il Parma, che lo ha portato in Italia, la Roma e soprattutto il ds Sabatini che ha fatto un lavoro straordinario“.
Borini sarà una garanzia per Zeman. Ma c’erano questi presunti inserimenti di Psg, Liverpool e Amburgo?
“Quando un giovane fa bene al suo primo anno in serie A, come anche nel Destro, Verratti, Insigne, è ovvio che vengano monitorati da top club anche internazionali.Ghirardi aveva dichiarato più volte che si erano presentati club importanti, ma tutto si è fermato li. La volontà del ragazzo era chiara dal primo giorno, evidentemente non se ne è fatto nulla e tutto è andato per il meglio“.
Di Borini ci ha colpito la sua modestia. Guardando la difesa della Roma, non ti viene voglia di riscendere in campo? Hai qualche buon difensore?
“Ci ho pensato, ma non è il caso, ci sono buoni giocatori. Un buon difensore? Lo sto cercando, chissà che non possa dare un consiglio a Sabatini. La Roma mi è rimasta nel cuore, nonostante da giocatore ci abbia giocato solo per un anno, mi è capitata la possibilità di mandare in giallorosso un mio assistito e ci ho messo 10 secondi a convincerlo, forse anche meno. Giustamente hai sottolineato un lato del carattere di Fabio, è un ragazzo molto tranquillo e ha un equilibrio invidiabile, riesce ad essere tranquillo davanti a pressioni incredibili. Roma è una piazza di spessore e lui ha assorbito bene l’impatto, anche se a volte hanno scritto cose giusto per fare polemica“.
Come l’ha presa il ragazzo su ciò che si era scritto sulla sua integrazione nel gruppo?
“Lo conosco da quando aveva 13 anni, è un ragazzo che quando esce dal mondo del calcio ha la sua sfera privata che custodisce gelosamente, senza mancare di rispetto a nessuno. E’ taciturno, ma era così anche a Londra, Swansea e Bologna, è fatto così. Quello che conta è ciò che mette in campo tutti i giorni. Ha dimostrato che è un giocatore che gioca per la squadra, al di là delle giocatore individuali credo che abbia dimostrato il suo spirito di abnegazione“.
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