ROMA MARIA SENSI SCUDETTO / WEB – Intervistata da Radio Radio, Maria Sensi, moglie dell’ex Presidente giallorosso Franco, racconta quel 17 giugno di 11 anni fa, giorno in cui la Roma vinse il terzo scudetto della sua storia:
Tanti ricordi oggi. Il primo che le viene in mente?
“Tanti, il primo è la sofferenza di vedere Franco sudato in una giornata calda come quella di oggi: era totalmente bagnato. Mi ricordo che quando tornammo a casa uscì il sudore dal nodo della cravatta. Capello voleva festeggiare quella sera ma lui non ce la faceva. Però era talmente felice che appena tornato a casa ci disse sfinito: “Ce l’abbiamo fatta”. Poi ci siamo ripresi e nei giorni successivi abbiamo festeggiato nelle varie piazze addobbate”.
Chi è stato il giocatore simbolo di quello Scudetto secondo lei? Escluso Totti, che è da anni una garanzia…
“Non se ne può dire uno, sono stati tutti, dal primo all’ultimo: dai giocatori ai magazzinieri ai fisioterapisti. C’è stata partecipazione di tutti, c’era tanto amore in quell’epoca”.
Quale è stata per lei la partita chiave della stagione?
“L’ultima, fino ad allora siamo stati in apprensione e anche col Parma siamo stati ancor di più in apprensione: i tifosi volevano fare invasione e temevamo la sconfitta a tavolino”.
Lei conobbe Buffon. All’epoca fu vicino alla Roma…
“Quelli sono problemi della società, lasciamoli agli addetti ai lavori che stavano per fare quelle cose”.
Zeman ha detto che alla sua Roma sono mancati 20 punti…
“Non lo devo dire io… E non è all’epoca di Zeman: se pensate al 2008, al 2003… Quelli sono scudetti mancati. Ricordatevi le partite… Anche se ormai è passato”.
Franco aveva anche richiesto un cambiamento dello Statuto
“Quante cose ha richiesto e previsto…”
Mi vengono in mente tantissimi campioni: Tommasi, Candela, Emerson, Montella, Batistuta, Zago, Samuel…
“Quella Roma è finita purtroppo”.
L’acquisto pià bello?
“Per me è stato Mancini. Mi ricordo quando lo vidi al Venezia e dissi a Franco: ‘Che meraviglia’. Per altro da quando lo vidi quella volta non giocò più, ma dissi a Franco di portarlo subito a Roma e lui, che aveva l’occhio più lungo di tutto, la pensò come me”.
Un suo pensiero sulla nuova gestione?
“Non so niente della Roma attuale, mi spiace solo che tanti campioni dell’anno scorso siano andati via così e ora giochino in grandi squadre. Però non posso parlare, c’è un altro programma, ci sono altre idee ed è giusto che facciano quello che stanno facendo. Franco lavorava col cuore e a noi è costata molto, ora è giusto che lavorino in questa maniera”.
Zeman arriva per accontentare la piazza o per una reale convinzione della nuova dirigenza?
“Non serve la mia risposta, voi la sapete già la risposta. I miei pensieri sulla nuova società me li tengo ben stretti, però per me come un giocatore indossa la maglia della Roma io lo adoro”.
A un giovane come Menez si poteva dare un’altra chance?
“Guardate che gol ha fatto l’altra sera. Probabilmente la Francia passerà il turno per quel gol…”
Da Zeman si aspetta solo bel calcio o anche vittorie?
“Mi aspetto quello che sa fare Zeman. Lui sa quello che fa. Se abbiamo accettato tutti quello che è successo l’anno scorso, penso che non ci saranno problemi anche se Zeman dovesse perdere 2-3 partite di fila. A Pescara è stato lasciato tranquillo e ha fatto quello che ha fatto”.
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