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As Roma, la conferenza stampa di mister Zeman: “Non sono cambiato. Daremo filo da torcere a tutti”

Il tecnico boemo viene presentato alla stampa dopo la firma ufficializzata ieri per due anni in cui siederà sulla panchina giallorossa

Zeman in conferenza stampa presentazione

AS ROMA CONFERENZA STAMPA ZEMAN / WEB – E’ il giorno di Zdenek Zeman; dopo l’ufficialità di ieri con l’annuncio del suo ingaggio per due stagioni come neo tecnico della Roma, oggi avviene la presentazione alla stampa. Il boemo, dopo la promozione con il Pescara, ha sposato la proposta della dirigenza romanista legandosi al club capitolino fino al giugno del 2014. L’inizio della presentazione è previsto per le ore 15.

La conferenza stampa di Zeman:

Parola al dg Franco Baldini:

Diamo il bentornato a mister Zeman che torna con un contratto di due anni e opzione per il terzo. Mi preme solo sgombrare il campo dagli equivoci sulla lunghezza della trattativa. Ci sono delle attese che vanno consumate, Zeman comunque non è una terza-quarta scelta, è la soluzione presa dopo aver parlato con diversi interlocutori, è una scelta derivante a prescindere dalle disponibilità degli altri. Dico questo per dare a Zeman quel che è di Zeman. Si merita tutto questo.

Parla Zdenek Zeman:

Ringrazio la fiducia della società, che mi ha fatto tornare anche se un pò in ritardo. Saluto tutti, spero che si riuscirà a collaborare e costruire qualcosa insieme.

C’è grande entusiasmo mister sul suo arrivo. Cosa l’ha convinta davvero a tornare dopo 13 anni?

Per il contratto di due anni c’ha pensato la società. Io vivo e abito a Roma da 18 anni, sento mia la città, per la squadra mi ero prefissato di tornare dal 1999. Sono felice e spero di far felici gli altri.

In questi 13 anni quanto è cambiato Zeman? E’ tornato per vincere?

Tutti quelli che fanno questo mestiere vogliono vincere, ci proviamo e crediamo.

Ha mai pensato di poter tornare e quando?

Ero già vicino nel 2006, l’ho già detto.

Può smentire la diceria che Zeman preferisce lavorare solo con i giovani?

Il Pescara è un esempio, io avevo 6 under 21 e 6 grandi, vedi Sansovini che a 32 anni ha reso come un ragazzo. Nei giovani c’è più voglia di migliorare, ma non è detto che i più grandi non lo facciano. Vedi Aldair.

Lei ha allenato Verratti. Con De Rossi chi dei due giocherebbe centrale?

Non rispondo ancora a questo domande, dobbiamo ancora capire quello che abbiamo e ciò che manca. Non c’è nessun discorso per Verratti.

Come intende gestire il patrimonio Totti?

Totti è un tesserato come calciatore e lo gestirò come il resto della squadra.

E’ pronto sposare la linea di non criticare gli arbitri?

Credo sia una scelta sbagliata, ma se la società è contraria non dirò nulla.

De Rossi ha giocato anche da centrale di difesa. Può farlo anche nel suo modulo?

Per me è un centrocampista e dovrà giocare lì, se ci sarà la necessità lo schiererò lì ma penso di non farlo mai.

E’ una rivincita per lei questo ritorno?

Non ho rivincite, volevo solo fare calcio e ho avuto la possibilità di farlo sempre.

I tifosi si erano spaccati con lei. Si sente di convincere i tifosi contrari a lei di seguirla allo stadio?

E’ la squadra che dovrà dare emozioni alla gente e farla venire alla stadio. E’ normale che non si possono mettere mai tutti d’accordo. Pensiamo solo a lavorare bene.

Qualcuno sostiene che lei è cambiato in questi 13 anni. In cosa?

No, non sono d’accordo.

C’è un filo conduttore tra la sua tipologia di gioco e quella di Luis Enrique?

Io sono più proiettato verso la porta avversaria rispetto a lui, ma ognuno ha le sue idee.

In molti dicono che lei cura di più la fase difensiva. Ha cambiato qualcosa nel corso degli anni?

Mi conviene dire che sono cambiato per i miei avversari, poi parlerà il campo.

Nell’approccio difensivo ha mutato qualcosa?

Per me è sempre uguale, il concetto è che la fase difensiva si fa sempre, ma per i giocatori penso sia più soddisfacente fare qualcosa per costuire invece di distruggere. Io sono un uomo pace e cerco di distruggere il meno possibile.

Per lei De Rossi è un regista o un interno di centrocampo?

E’ un centrocampista, come regista ci vogliono altre doti ma può fare comunque il mediano centrale.

La preparazione atletica più corta del solito può essere un problema?

Sono abituato a fare una preparazione che sia la base di tutto l’anno, se devo cambiare qualcosa non credo che influirà. Baldini: I ragazzi si raduneranno a Trigoria il 3 luglio, il 5 partiranno per Brunico. Lo scorso anno avevamo pensato a Zeman di curare il settore giovanile.

Questa Roma è la squadra più forte a sua disposizione?

Non so ancora che Roma sarà, dobbiamo costruirla, ci sarà qualcosa da fare. Oggi non voglio fare nomi e cognomi.

Cosa spera di vedere cambiato nell’ambiente romano dopo 13 anni?

Non voglio vedere molti cambiamenti. Vorrei vedere ancora la gente allo stadio divertirsi in tanti.

Continuerà sulla strada del fair-play come il suo predecessore?

Lo spero, noi vogliamo dimostrare che il calcio si possa fare anche con il fair-play rispettando tutti.

Lei è famoso per valorizzare tutto il materiale umano che ha a disposizione. Darà una chance a chi ha fallito l’anno scorso?

Abbiamo tempo per costruire la squadra, ci sono giocatori che non hanno lavorato al meglio, ma c’è da valutare, sono qua da ieri e non ho programmi precisi. So che vogliamo costruire una squadra che dia filo da torcere a tutti.

Si sente come l’ha definita il Wall Street Journal uno Jedi? Può combattere il lato oscuro della forza?

E’ difficile detta così, c’è sempre da lavorare per diventare migliori.

Perché in Italia si preferisce puntare all’estero invece che nei vivai nostrani?

Non so, io preferisco non spendere troppi soldi in questo caso.

Prevede ancora che il derby sia una partita come un’altra?

Me lo si dice ogni giorno. Per i tifosi romani è diverso, per me come allenatore devo lavorare come al solito per conquistare i tre punti. I derby più belli per me sono quelli in tribuna tra la gente.

Ha paura della pressione dei tifosi della Roma?

No, altro che paura, credo che i tifosi saranno sempre vicini alla squadra e ci aiuteranno a migliorare.

Quando lasciò Roma nel ’99 i risultati non dipendevano solo dal campo. Può riaccadere tutto ciò?

Spero di no, se avessi avuto questa impressione non tornavo, perché voglio bene alla Roma.

Che percentuale ha l’allenatore nei successi di una squadra?

Per me l’allenatore è importante, deve riuscire a dare un comportamento ed un gioco alla squadra, poi ci sono squadre che non ne hanno bisogno.

Baldini: riguardo gli arbitri la società non da diktat a nessuno, noi aspiriamo solo a non sottolineare più del dovuto il comportamento delle componenti esterni. Poi se qualcuno ha voglia di dire all’arbitro che ha sbagliato lo farà, noi non obblighiamo di stare in silenzio a nessuno. Non precludiamo l’espressione a nessun tesserato.


Keivan Karimi

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Keivan Karimi

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