(T. Cagnucci) – “IL NOSTRO AMORE – IL VOSTRO CUORE – ALZERANNO LA COPPA – CARICA RAGAZZI”. Questo ha letto la Roma quando è entrata in campo quella sera di maggio contro l’Inter per il ritorno della finale Uefa.
C’erano da recuperare due gol. La Sud le ha srotolato questi quattro striscioni al centro della curva, mentre poco più in alto comparivano giganti le lettere S P Q R usate anche in un derby. E tutto attorno colore. Al centro anche un po’ di viola, ai lati arancio e poi giallo rosso nei Distinti e in Tevere (sfumato in arancione). La scenografia in tutto lo stadio, così com’era successo nell’86 con la Juventus, così come sanno fare i tifosi della Roma.
Al centro un po’ di viola anche perché quella coppa sarebbe dovuta essere del suo presidente Adino, che tifava da lassù. Quaggiù si andò allo stadio molto presto, al pomeriggio la Sud era piena come alla sera, come il giorno dopo addirittura (quando ci sarebbe stato l’epico addio al calcio di Bruno Conti).
La Roma aveva giocato una Coppa Uefa da favola, aveva eliminato il Benfica, il Valencia, il Bordeaux, l’Anderlecht, il Broendby e a Milano con l’Inter era stata sfortunata in certi episodi. Due gol da rimontare come col Dundee, un’impresa simile. Un tifo assordante, i cori del Commando, la squadra di Giannini e Voeller – che era e sarebbe rimasto capocannoniere di quella coppa con 10 gol – e di Piacentini e Salsano che entrò e un po’ cambiò la partita.
La Roma iniziò come doveva fare, come soleva fare, com’era in quel tempo d’amore: una fiammata e ardore. Dopo nemmeno dieci minuti sotto la Sud il palo di Rizzitelli, a poco meno di dieci minuti dalla fine l’1-0 di Rizzitelli che non avrà tempo per la gloria, per il raddoppio, per la storia.
Finì con un “grazie lo stesso” e con la Sud che abbracciò così come all’inizio la sua Roma. Come nella nostra storia, pochi giorni dopo sarebbe arrivata la vittoria della Coppa Italia alzata al cielo – sempre struggente per noi – di Genova dalla Signora Flora Viola.
“Il nostro amore e il vostro cuore…” Sono stati giorni che comunque non dimenticheremo.
Fonte: Asroma.it