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Roma-Napoli, Colonnese: “Azzurri favoriti. Quello di Luis Enrique non è un progetto adatto per la piazza romana”

L’ex giallorosso e partenopeo ha analizzato la stagione dei capitolini e la sfida di questa sera allo stadio ‘Olimpico’

Un'immagine della sfida d'andata tra i giallorossi e i partenopei

ROMA NAPOLI INTERVISTA COLONNESE / WEB – L’ex difensore di Roma e NapoliFrancesco Colonnese, ha rilasciato una lunga intervista in cui affronta la difficile stagione dei giallorossi e il big match di questa sera allo stadio ‘Olimpico’ tra la squadra di Luis Enrique e quella di Walter Mazzarri. Di seguito le sue dichiarazioni:

Colonnese, pronostico scontato per questo Roma-Napoli?
“Scontato proprio no, perché è sempre difficile giocare all’Olimpico. Tuttavia ritengo che il Napoli parta favorito. Per la Roma è l’ultimo treno utile per l’Europa, non solo per la Champions, a mio avviso”.

Sui mali della squadra di Luis Enrique si potrebbe scrivere un’enciclopedia. Quali sono i più gravi, secondo lei
La Roma ha tanti problemi, che partono innanzitutto dalla base. Si è voluto impostare un progetto a lungo termine, ma queste sono cose che puoi fare a Bergamo, a Siena, non certo in una piazza come quella romana, molto difficile perché molto esigente. Penso che la società abbia speso tanto, davvero troppo. Ad esempio, 17 milioni per Lamela mi paiono una follia”.

Quindi è la società a dover finire sul banco degli imputati…
“Credo proprio di sì. Baldini e Sabatini sono dirigenti capaci ed esperti, ma hanno commesso troppi errori. Tanti acquisti non si sono rivelati all’altezza. Lo stesso Osvaldo, che pure ha fatto i suoi gol, mi pare prenda un po’ troppi cartellini rossi, e poi non dimentichiamoci che è arrivato al posto di un Vučinić che sta facendo la differenza nella Juve. Forse i giocatori più forti della Roma sono quelli che sono partiti…”

Ma Luis Enrique ce l’avrà qualche colpa, o no?
“La sua Roma ha tante pecche, quindi è evidente che ce l’abbia anche lui, le colpe. La squadra, tanto per cominciare, non ha affatto organizzazione difensiva. In generale, lo spagnolo non ha cambiato per niente le proprie idee e non si è adattato al nostro calcio. Lui vorrebbe un calcio fatto solo di tecnica, ma in Italia non funziona così. Qui da noi ci vogliono anche equilibrio, senso tattico, una buona fase difensiva. Tra i tecnici giovani, mi pare impietoso il paragone con Conte, che invece ha adattato la sua filosofia di gioco alle caratteristiche dei giocatori, e non il contrario come ha fatto il collega”.

Giovane per giovane, tra l’altro, non era meglio puntare su Montella? Una bocciatura che ha tuttora del misterioso.
“Quello sì, indubbiamente, Vincenzo aveva fatto bene e meritava un’altra chance”.

Luis Enrique la meriterebbe per l’anno prossimo?
“Ad oggi devo dirle di no, poi magari vince le ultime quattro partite e cambia tutto. Ripeto, allo stato attuale, il progetto è fallimentare. Fuori dall’Europa League ad agosto, in Coppa Italia sei uscito male con la Juve e in campionato hai perso 14 partite: davvero troppe”.

Il Napoli, invece, sta molto meglio. O forse è ancora presto per dirlo, considerando il relativo valore di Novara e Lecce?
“No, la squadra sta bene e si è giovata del nuovo assetto a cinque centrocampisti. Il primo a beneficiarne è stato Inler, che del resto giocava così anche a Udine”.

Il rientro di Lavezzi è ancora in forse: secondo lei sarà lui il ‘tenore’ da sacrificare, semmai ce ne sarà uno?
“Certezze non ce ne sono, ma a sensazione le dico che è molto probabile che uno dei tre parta. Non so dirle quale, forse proprio il Pocho, qualora dovesse arrivare una grossa offerta, conveniente sia per il club che per il giocatore”.

Stiamo assistendo ad una volata Champions che volata non è. In pratica, non corre nessuno: chi sta messo meglio (o meno peggio), a suo giudizio?
“Penso che Napoli e Inter abbiano qualcosa in più delle altre, ma è un discorso ancora aperto”.

Che partita vedremo, dunque, all’Olimpico?
“Una partita in cui la Roma dovrà per forza di cose menare le danze, e il Napoli starà lì ad aspettare, con la possibilità di fare il gioco che preferisce, cioè di rimessa. E’ sempre difficile azzeccare i risultati, ma credo che gli azzurri abbiano ottime chances di vittoria”.

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