AS ROMA CONFERENZA STAMPA LUIS ENRIQUE / TRIGORIA – Dopo la recente sconfitta per 4-0 allo ‘Juventus Stadium’ contro i bianconeri di Antonio Conte, per il tecnico della Roma Luis Enrique è già tempo di pensare al prossimo avversario di campionato: la Fiorentina. L’allenatore spagnolo incontra i giornalisti nella sala stampa di Trigoria e risponde alle tante domande a lui rivolte:
A sorpresa si presenta anche il direttore generale giallorosso, Franco Baldini, che lancia subito un messaggio:
“Dopo la lettura dei giornali ho pensato fosse meglio per me poter parlare. La società sa benissimo che tipo di percorso avrebbe intrapreso la Roma e che ti tipo di difficoltà avremmo potuto incontrare. Per raggiungere degli obiettivi abbiamo dei passaggi obbligati da passare. Le contestazioni sono più quelle veicolate dalla stampa di quelle che realmente riceviamo. Noi sappiamo cosa stiamo facendo, siamo professionisti e sappiamo che percorso stiamo seguendo. La nostra organizzazione è composta da professionisti, siamo i primi ad essere arrabbiati quando perdiamo ma non per questo ci tiriamo indietro. Il nostro è un percorso complesso e a lungo termine, l’allenatore non è assolutamente fuori dal tipo di percorso. Abbiamo le possibilità per poter migliorare, le critiche vanno benissimo ma non quelle personali. I nostri proprietari, che hanno speso già 100 milioni di euro, hanno da parte nostra la massima disponibilità. Volgio lanciare un messaggio: sappiamo quello che facciamo, dove stiamo andando e che per arrivarci ci sarebbe stato molto da soffrire. La Roma con o senza di noi ci arriverà. Siamo contenti del comportamento dei giocatori durante tutto l’anno, nonostante anche io sia stato poco convinto da certi risultati. La qualità dei calciatori è importante così come quella dell’allenatore. Siamo coscienti di esserci imbattuti in un profesionista serio e in tanti professionisti seri. C’è un’unità di intenti incredibile e il nostro futuro sarà sicuramente importante”.
Le difficoltà erano messe in preventivo. C’è stato però un processo di crescita del tecnico in ritardo rispetto al resto della squadra?
Baldini: “Non è in ritardo. Abbiamo la possibilità di arrivare persino al fatidico terzo posto. Sapevamo avremmo avuto questo tipo di difficoltà”.
In nove mesi quello che si evince è che la Roma fa cose buone e meno buone però sta smarrendo la propria identità. C’è una preoccupazione, c’è un obiettivo tra i tanti da migliorare? Il gioco di Luis Enrique non si vede più…
Baldini: “Sapevamo che avremmo dovuto portare altri giocatori. La concezione dell’identità la perdi ogni volta che perdi, ma c’è sempre”.
La tifoseria è stata molto paziente, mai come in passato. Si è potuto lavorare serenamente anche per la mancanza delle coppe europee. A parte alcuni giocatori, però, molti sembrano smarriti…
“Ci sono cose su cui noi ogni giorno ci interroghiamo. Ci nutriamo di dubbi, ma io credo che la Roma nel suo organico sia una buona squadra. L’intelaiatura è ottima, l’allenatore stesso è ottimo. Il lavoro che faremo nei prossimi mesi darà sicuramente soddisfazione al tifoso della Roma. Noi apprezziamo il credito che ci ha dato la tifoseria, ma nessuno aveva detto in un anno avremmo raggiunto risultati eccellenti. Ci sono delle ottime premesse, noi non siamo esenti da colpa e l’autocritica non mancherà mai”.
Le domande a Luis Enrique:
Lei che risposte può dare al fatto che le aspettative non sono state confermate? Perchè siamo arrivati a questo punto?
Luis Enrique resta a lungo in silenzio per pensare…..
“Dal primo giorno che sono arrivato qui mai ho pensato a cosa avrei fatto con la mia squadra, prima di tutto perché non sapevo che giocatori avrei avuto. Oggi però la Roma è ancora molto vicina alla Champions League e all’Europa League. Gli allenatori si giudicano attraverso i risultati, mancano 5 partite e poi vedremo”.
Come si spiega questa involuzione?
“Questo è il calcio. Io vedo l’identità di questa squadra, voi forse no. Vi rispetto ma io vedo tutto quanto, non solo quando vinciamo ma anche quando perdiamo. E’ brutto perdere in questo modo perchè facciamo arrabbiare in nostri tifosi. Mai ho nascosto la mia responsabilità e tutto ciò che rappresenta l’allenatore della Roma”.
Alcune sconfitte nascono anche da una difficoltà della squadra di metabolizzare alcune sue scelte (vedi Firenze, Bergamo o Torino e la scelta di tener fuori Totti). E’ vero?
“Non parliamo ancora delle cose passate. Il giocatore più importante senza dubbio è Totti, ma Totti ha 35 anni e non giocherà fino a 50 anni. La squadra non deve pensare che se Francesco non c’è è tutto finito. Il futuro della Roma nei prossimi anni è senza Totti e tutti devono abituarsi. Forse sbaglio e mi prendo la mia responsabilità, ma quello che ho fatto in questa stagione l’ho sempre fatto convinto”.
Tempo fa disse che sarebbe pronto a rimanere altri 4, 5 o 10 anni qui a Roma. Oggi lo dice ancora?
“Io scherzavo, se lo dico anche oggi qualcuno di voi può morire….non sarà così, non vi preoccupate. Per me è una grande esperienza qui a Roma, ma tranquilli non rimarrò qui 5 anni”.
Secondo lei quale è la critica che può rivolgere a se stesso?
“Ho sbagliato in tutto al 100%”.
La formazione di Torino a molti è sembrato come sconfessare la sua idea di sempre. Cosa risponde?
“No, non ho pensato questo e non ho cambiato nulla a livello tattico. Forse il 2-0 dopo pochi minuti ha fatto pensare queste cose che dice, ma non è così. Lo avevo detto: se avessimo commesso errori con la Juve saremmo andati in difficoltà e così è stato”.
Lei dice di aver sbagliato tutto, prima però Baldini ha parlato bene di lei. Se fosse Baldini la confermerebbe?
“Ditemi cosa devo rispondere e rispondo. I 50 punti di oggi sono colpa mia, certo è una frase fatta ma è così. Le cose che devo dire a Baldini gliele dico in faccia, se devo parlare dei giocatori parlo con voi. Io rispetto profondamente i tifosi, non voi”.
Mister noi facciamo domande e lei ci deve rispondere…
“Che vuoi che dica che ho fatto tutto bene al 100%?”
Cosa ha sbagliato lei? In cosa? Parliamone serenamente…
“Io ho sbagliato in tutto, la vedo così e la vedrò così. Io ho rispetto per questa società e per questi giocatori. La cosa importante è essere orgogliosi di ciò che si sta facendo e rendere orgogliosi i nostri tifosi. Quello che c’è di male in questa stagione è colpa mia…”.
Mister la sua è chiaramente una provocazione altrimenti si sarebbe dimesso. Il problema non è andare a perdere a Torino, ma come si va a perdere. Lei come la vede?
“La mia idea di calcio è adatta al calcio italiano, l’ho sentito dire da molti. Il giorno che la società non avrà più fiducia in me io andrò via. Quando i giocatori e i tifosi mi faranno capire che non sono adatto non andrò via. Se me lo dite voi invece….via non me ne vado”.
Il gruppo si è reso conto di ciò che i tifosi della Roma hanno dovuto vedere a Torino?
“Sì, noi lo abbiamo capito e soffriamo di questa situazione. E’ sempre brutto perdere così con una partita chiusa dall’8′ minuto. Noi soffriamo e per quanto mi riguarda io sono concentrato sulla Fiorentina. Siamo qui da minuti e non abbiamo ancora parlato della prossima partita. Io capisco che voi volete capire in cosa ho sbagliato, ma io voglio guardare avanti”.
C’è una differenza di approccio alla partita quando la Roma esce dall’Olimpico?
“E’ difficile da spiegare. All’inizio della stagione eravamo forti fuori e non buoni in casa, oggi invece è l’inverso. L’approccio alla partita è stato sempre lo stesso sia prima che dopo”.
Con la gara di domenica è la 15esima sconfitta stagionale, tutte fragorose. a Torino però si è toccato un punto molto basso. Questa squadra manca anche di attributi e di professionalità? Quanto tempo deve passare affinché non si vedano queste cose?
“Mancano 5 partite per dare un voto all’allenatore e alla squadra. Ci sono stati alti e bassi, certo, ma adesso dobbiamo pensare e alla Fiorentina e quello che può accadere se vinciamo. Riguardo al resto io non parlo male della mia squadra”.
Al di là del piazzamento finale, ha capito bene dove intervenire? Ha individuato i problemi della Roma?
“Sì però non posso dirlo adesso che mancano 5 partite fondamentali. Ogni volta rivediamo le partite una,due o tre volte. La prima cosa che faccio è mettere la faccia, poi penso a lavorare ogni giorno”.
Se un ingegnere sbaglia a costruire una casa, la casa crolla. Lei sbaglia e un dirigente viene qui e dice che va tutto bene…
“Hai pensato molto a questa domanda eh? Si vede. Tra 5 settimane te lo dico”.
(fine)
Marco Decrestina
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