Il centrocampista del Bolton ha parlato del malore che lo ha colpito il 17 Marzo scorso e ha espresso sensazioni sul suo risveglio
CALCIO INTERNAZIONALE MUAMBA QUALCUNO LASSU’ VEGLIAVA SU DI ME / WEB – Per fortuna, quella partita di FA Cup contro il Tottenham, ora è soltanto un brutto ricordo. Il giocatore del Bolton, Fabrice Muamba, ha parlato in esclusiva, al tabloid inglese The Sun, di quanto gli è accaduto ed ha espresso tutta la sua gratitudine a chi gli è stato vicino. Ecco un estratto dell’intervista:
Ho chiesto a Dio di proteggermi e non mi ha deluso. Ciò che mi è successo è stato davvero qualcosa di più di un miracolo. Sono la prova vivente del potere della preghiera. Per 78 minuti ero morto e, anche se fossi riuscito a sopravvivere, si diceva che avrei subìto danni cerebrali. Ma ora, invece, sono molto vivo. Qualcuno lassù vegliava su di me. La mattina della partita ho pregato con mio padre ed ho chiesto a Dio di proteggermi: lui non mi ha deluso.
Il giocatore ha parlato più nello specifico del suo malore: ”Non era un normale capogiro ma una sorta di sensazione surreale, come se stessi correndo nel corpo di un altro. Non ho provato alcun dolore, nessuna stretta al petto o senso di oppressione come si vede nei film, quando qualcuno ha un attacco di cuore. E’ una sensazione strana, impossibile da spiegare. Ho iniziato a vederci doppio, era quasi come un sogno. Mi sono sentito cadere nel vuoto ed ho avvertito due grandi colpi quando la mia testa ha colpito il terreno davanti a me, poi nient’altro. Un buco nero. Ero morto”.
Muamba poi ha fatto dei ringraziamenti speciali al dott. Andrew Deaner, il cardiologo tifoso del Tottenham che era sugli spalti per vedere la partita e che è corso in campo per soccorrerlo. ”Per puro caso era tra il pubblico quel giorno – ha detto –. Gli devo tutto. Grazie a lui ho potuto riabbracciare mio figlio e continuare la mia vita”.
Infine, qualche parola sul suo possibile ritorno in campo: ”Sarebbe fantastico poter tornare a giocare a calcio e spero che succederà, ma già bellissimo poter vivere la mia vita ed amare la mia famiglia. Sono un uomo fortunato”.