L’ex centrocampista giallorosso intervistato da Radio Ies è attualmente il direttore sportivo del prestigioso Partizan Belgrado
SERBIA PARTIZAN IVAN TOMIC / WEB – L’emittente radiofonica Radio Ies ha intervistato l’ex centrocampista giallorosso Ivan Tomic, non proprio uno dei più fortunati mediani nella storia della Roma. Tomic è attualmente il direttore sportivo del prestigioso club serbo Partizan di Belgrado, ricopre dunque un ruolo piuttosto importante in una delle squadre maggiormente seguita nella penisola balcanica.
L’intervista a Radio Ies:
Ricordiamo con dispiacere quel tuo palo a Milano.
“Sì, io da quella sera non dormo più (ride). La vedo comunque diversamente perché anche se avessi fatto gol, il giudizio su di me non sarebbe cambiato. Quando sono arrivato a Roma non ero pronto e mi è dispiaciuto moltissimo perché mi è sempre pesato aver fallito. Ogni volta che vengo a Roma ci penso e ci sto male. Perché la società aveva puntato molto su di me ma io sono mancato all’appuntamento. Quando ho iniziato a fare il direttore sportivo del Partizan ho sempre cercato di dare qualche buon giocatore alla Roma, per esempio con Jovetic. La Roma era molto vicina ma saltò tutto e fu un gran peccato. In quel momento il costo di Jovetic secondo la Roma era troppo alto, ma io avevo previsto che sarebbe diventato fortissimo e infatti andavo in giro dicendo che sarebbe diventato il nuovo Del Piero”.
Su Jankovic e Markovic nei mesi scorsi accostati alla Roma.
“Due giocatori giovani. Markovic lo conosco meglio perché è del Partizan, è molto giovane ma ha già qualità. E’ tecnico e veloce, ha una velocità impressionante ed è strano perché i giocatori serbi di solito sono lenti. Secondo me però non è ancora pronto per una piazza importante come Roma perché c’è sempre il rischio di bruciarli questi giovani. Ha però le qualità per esplodere”.
Sulla Roma di Luis Enrique.
“Non seguo tanto ma ho visto qualche partita. A me piace lo stile di Luis Enrique anche se in Italia non è facile; secondo me con il tempo, la fiducia e certi giocatori potrà fare molto bene. Lo so che non ha ancora la fiducia di tutti perché la Roma con tutto questo possesso certe volte gioca male ma io tifo quello stile di gioco, perciò aspettiamolo”.
Qualche giocatore che potrebbe fare al caso della Roma in Serbia.
“I serbi che possono arrivare subito a Roma sono pochissimi; Jankovic e Markovic, come abbiamo detto, potrebbero essere giocatori da Roma ma sono davvero troppo giovani. Di giocatori già esperti invece secondo me ce ne sono pochi. Per venire alla Roma bisogna sapere cosa ti aspetta, gloria ma anche molte pressioni e se sei troppo giovane rischi di bruciare”.
Su Zeman e Capello.
“Due allenatori diversi perché a Zeman gli piaceva fare il calcio spettacolo con una difesa molto alta. A livello umano ci teneva tanto a tenere unito il gruppo per esempio io ho giocato poco e male ma con lui ho avuto un buonissimo rapporto; mi ha chiamato quando diventò allenatore della Stella Rossa. Capello invece è un vincitore perché quando firma è come se ti garantisse dei trofei e lui li ha portato alla Roma, perciò lui è un gran motivatore che sa leggere molto bene la squadra avversaria e mette la sua squadra in campo per vincere. Zeman a differenza di Capello ha vinto poco ma ha fatto innamorare attraverso il suo calcio tanti appassionati di calcio”.