ROMA INTERVISTA SEBINO NELA / WEB – L’ex giallorosso Sebino Nela ha rilasciato una lunga intervista per Tuttomercatoweb.com. Ecco le sue parole:
La sconfitta con il Milan ci può stare, ma se la Roma vuole accedere all’Europa deve tassativamente battere il Novara, che però non può concedersi passi falsi se vuole salvarsi. Un duello all’ultimo gol?
“Sì, questa è una partita dove tutte e due le squadre devono assolutamente vincere: la Roma se vuole avere qualche speranza per cercare un posto utile per la Champions o comunque per l’Europa e il Novara per mantenere accesa la possibilità di lottare per la salvezza; bisognerà capire che atteggiamento adotterà il Novara”.
Visto il campionato altalenante dei giallorossi e quello più lineare di Napoli, Udinese e Lazio obiettivamente la Roma ha possibilità di accedere ad un posto in Europa?
“Secondo me sì, ma per un semplice fatto che è giunta l’ora di spostare l’attenzione non più sull’allenatore, del quale si è parlato moltissimo, ma ormai sui giocatori. E’ una cosa evidente quella che è successa quest’anno alla Roma: ci sono stati moltissimi errori da parte dei singoli, se si fossero evitati non dico tanti, ma due o tre errori a questo punto in classifica ci sarebbero tre-quattro, cinque punti in più, non lo so, e si parlerebbe di un’annata straordinaria, per questo dico che c’è ancora la possibilità per la Roma di provare ad accedere ad un posto in Europa, a patto appunto che i giocatori stiamo più attenti e non commettano errori”.
A che tipo di errori si riferisce?
“Di errori dei singoli ne abbiamo visti tanti, sfortuna ha voluto che un giocatore come Kjaer fosse sempre al centro dell’attenzione, diciamo così, ma anche altri hanno sbagliato, forse gli errori del giocatore danese sono stati in numero maggiore e più evidenti”.
Questi errori sono ascrivibili al fatto che i giocatori non erano pronti a giocare in una squadra come la Roma o non sono adatti al tipo di gioco di Luis Enrique?
“Il tipo di gioco non c’entra niente, come ho detto bisogna abbandonare le discussioni sul tipo di gioco e le troppe tensioni intorno all’allenatore e concentrarsi di più sui giocatori. Kjaer ad esempio conosceva già il campionato italiano perché aveva giocato nel Palermo, l’anno scorso in Germania (al Wolfsburg, ndr) aveva avuto una stagione diciamo criticissima e poi giunto a Roma ha continuato con questi errori, quindi il modulo, sinceramente, non c’entra niente. Diciamo che questa è una stagione sfortunata”.
Quindi secondo lei la permanenza di Luis Enrique sulla panchina della Roma non è condizionata dal raggiungimento del quinto posto oppure in società s’inizia a pensare che il progetto è comunque valido, ma sarebbe meglio portarlo avanti con un nuovo allenatore?
“No, anzi c’è grande stima di questo allenatore, tra l’altro ne parlano tutti bene e i primi ad esserne innamorati sono proprio i calciatori, quindi sotto questo aspetto non c’è nessun problema. Io credo che questa sua avventura in giallorosso durerà a lungo e lo spero perché mi piace la sua filosofia del calcio”.
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