ROMA WALTER SABATINI LUIS ENRIQUE MERCATO ROMA ZAMPARINI SERIE A / ROMA – Walter Sabatini, ds della Roma, ha risposto alle tante domande dei giornalisti sulla situazione giallorossa a 360 gradi parlando anche di mercato:
SUL LUIS ENRIQUE – “Luis Enrique non è stato mai in discussione, e non lo è neanche ora. Luis Enrique è il futuro della Roma se lui lo vorrà, la Roma non ha incontrato e non incontrerà altri allenatori. Luis continuerà a svolgere il suo lavoro a Roma. Il derby? Per la prima volta avrei preferito vincere, anche mettendo in discussione il sistema di gioco”.
SUL RINNOVO – “Io sono pronto, l’ho capito in modo particolare dopo la sconfitta di domenica. Ho molto lavoro da fare, sono pronto a firmare anche subito se la società lo verrà”.
SUL MERCATO – “Ho fatto degli errori per il mercato di gennaio, serviva un difensore ma ho sottovalutato la cosa”.
Le sue emozioni nel ritornare a Palermo, dove è stato due anni e mezzo?
“Sono stati anni molto importanti nella mia vita, sia sportiva che reale. Abbiamo fatto tante cose con Zamparini e la società, una parentesi molto significativa. Mi dispiace tornarci con uno stato d’animo non molto esaltante, abbiamo perso due partite, non siamo nel nostro momento migliore. Sarà comunque una partita di grandi contenuti e suggestioni per me”.
Con Zamparini vi sentite ancora, vi scambiate sms, è rimasta l’amicizia?
“Di Zamparini è nota l’immagine pubblica, di un mangia-allenatori, ma Zamparini, lo sanno quelli che lo conoscono, è un personaggio di una vita e ricchezza interiore e di una generosità incredibili. Il mio rapporto con lui sarà duraturo dal punto di vista umano. Lo stimo molto”.
Si è mai pentito di aver rassegnato quelle dimissioni?
“No, perchè a quel punto era un atto dovuto, certo doloroso perchè speravo di essere ancora dentro un percorso. E’ stato merito di Zamparini, lui era il promotore di quella politica, io ero solo l’interprete. Ma a un certo punto mi sono dovuto dimettere perchè esclusivamente sul piano professionale il rapporto con Zamparini si era un pò logorato”.
C’è un momento particolare che la lega al Palermo? Quella con la Sampdoria per la Champions? E Pastore è il più grosso colpo della sua carriera?
“La mancata Champions è il rammarico più grande della mia vita professionale. Si erano creati tutti i presupposti e ottenere una cosa simile a Palermo, visti i budget, sarebbe stato un orgoglio inarrivabile. Son rimasto male, ma è stato bello combattere per quell’obiettivo. Su Pastore, è un colpo, lui gioca un calcio che non è replicabile da nessun altro. Il suo è un calcio da sogno, capace di tutto, incostante, ma quel che ha realizzato lui è difficile tornare a vederlo”.
Altri due colpi sono Kolarov e Hernandez. Hernandez potrebbe interessare alla Roma?
“Hernandez è stato accostato alla Roma perchè ora ci sono io, ma non l’abbiamo mai chiesto. Non ci sono mai stati i presupposti. Ad Abel auspico che torni a fare le cose che sa fare, perchè sta prendendo una strada costellata da troppi infortuni e discontinuità. Sarebbe un peccato per lui, per il Palermo e per il calcio. Ma non interessa alla Roma”.
Chi è più arrabbiato tra Palermo e Roma? Entrambe vengono da una sconfitta pesante…
“Sono situazioni diverse, la gente di Palermo penso sia soddisfatta della squadra tranne che per questo rovescio interno col Milan. Il Palermo ha giocato bellissime partite in casa, non ha tanti motivi per rammaricarsi. Noi un pò di più per tanti motivi, non arriviamo bene, veniamo da una sconfitta dolorosissima. Ma saremo all’altezza, faremo una grande partita, è sicuro”.
Deluso dal rendimento di Kjaer?
“A Palermo di Kjaer si ha un ricordo importante, poi non ha fatto benissimo in Germania. Noi lo abbiamo preso memori di quel che ha fatto in Sicilia. Kjaer non ha fatto particolarmente male, ma i suoi errori sono coincisi con drammi calcistici, quindi pesano di più. Altri errori passano inosservati. E’ stato sfortunato ma ha tutto il tempo per rifarsi”.
Il ricorso per Osvaldo?
“E’ corretto togliergli una giornata. Noi non abbiamo mai sollevato problemi su decisioni disciplinari, se adesso riteniamo di opporci è perchè ci sono gli estremi”.
C’è stato un summit oggi a Trigoria, cosa preoccupa ora voi dirigenti?
“Nessun summit c’è stato, perchè i calciatori della Roma oggi sono affranti e facevano fatica anche a parlare. Sono molto dispiaciuti, non dobbiamo richiamare l’attenzione della squadra, che mette sempre in campo il massimo dell’impegno. Sappiamo di dover fare meglio”.
Gli obiettivi di Roma e Palermo ora?
“Il Palermo ha pieno diritto di combattere per l’Europa League. La Roma deve combattere per affermare un’idea di noi stessi. Sappiamo che quest’anno forse non centreremo nessun obiettivo, ma intanto pensiamo a diventare una squadra competitiva. Dobbiamo avere un’idea di noi stessi”.
Il progetto della Roma continuerà con Luis Enrique?
“Certo che sì, è stata una scelta voluta fortemente e siamo convinti si tratti di un grande allenatore”.
Avete dubbi su Bojan e Josè Angel?
“Sarebbe improprio se parlassi ora della Roma. Bojan ha fatto cose spettacolari, non è così deludente. Josè Angel ha iniziato bene poi dopo un errore ha perso sicurezza. Ma c’è tempo ancora per vedere cosa possono fare”.
Un pareggio a Palermo lo sottoscrivi?
“Conosco bene il ‘Barbera’, so quanto è difficile giocare lì, ma noi pensiamo sempre a vincerle le partite. Sappiamo sarà rischiosissima, ma dobbiamo vincerla”.
Andrea Tocci
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