ROMA DICHIARAZIONI SABATINI / ROMA – Il ds della Roma, Walter Sabatini, presente oggi in Campidoglio in occasione della presentazione di un’iniziativa contro il razzismo, ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni oltre a quelle già espresse nel corso della mattinata. Ecco le sue parole:
C’è differenza tra come la città viveva il derby tra gli anni 70 e oggi?
“Non vedo grandi differenza. Forse ci sono delle complicazioni più collaterali rispetto ad allora”.
E’ più per strada la rivalità?
“C’era meno attività intorno al calcio, era più ad altezza uomo”.
La moderata paura del derby di cui ha parlato ieri?
“So che un mio calciatore mi ha smentito poco fa (Simplicio, ndr). E’ una paura moderata che dovrebbe farci reputare tutte le nostre energie. La paura è come la febbre, aiuta”.
Questa è la partita più importante?
“No, è molto importante, ma non la più importante. E’ importante per la città e per la classifica, ma non la più importante”.
Il terzo posto?
“Obiettivo possibile certamente, dipenderà anche da questa partita. Non ho mai dichiarato il terzo posto come un obiettivo, ma arrivarci ci consentirebbe di posare le basi per l’anno prossimo”.
La puntualità alla riunione tecnica?
“La puntualità è un obbligo, ma io non ci arrivo mai puntuale”.
La Roma allora non ha obiettivi?
“Sì, costruire qualcosa, è una cosa in essere. A volte non si è confortati dai risultati, improprio dire che non lottiamo per qualcosa”.
C’è la giusta tensione?
“Sì”.
Un pronostico?
“Non c’è”.
La moderata paura è legata al fatto che se non doveste vincere potrebbe finire la pazienza della piazza?
“Rifletto sui tentativi di dissuasione per non far stare la piazza dalla nostra parte. Mi spiace deludervi, io vedo che la tifoseria ci ha scavalcato e sono più scrupolosi di noi circa ciò che stiamo facendo. Sono più avanti di noi, non cia abbandoneranno”.
Pjanic?
“Sta bene, solo affaticato, non ci sono situazioni critiche, tutto a posto. La Bosnia? Volevamo lo risparmiassero un po’, ma il ragazzo si sa gestire”.
Sulle polemiche arbitrali degli ultimi giorni?
“Non siamo più imbranati degli altri, possiamo lamentarci anche noi ma abbiamo scelto di non farlo mai. Ogni volta che si sollevano questioni preferisco pensare che siano nostre responsabilità perdere le partite”.
La tecnologia potrebbe aiutare il calcio?
“Potrebbe, ma il calcio è fatto di 17 regole intramontabili da 120 anni, il segreto del successo è questa longevità. Io qualche volta vedo partite in bianco e nero e la palla andava in fretta anche allora, ma il gol-non gol potrebbe essere rivisto come concetto”.
Il compleanno di Lamela?
“Mi auguro che possa festeggiare, io non l’ho mai fatto dopo una sconfitta”.
Marco Decrestina
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