(M. Izzi) – Buenos Aires, 10 aprile 1910: da una famiglia di emigranti andalusi, nasce Helenio Herrera. Una vita, la sua, che assomiglia a un romanzo di avventure picaresche e che in pochi conoscono. Cresciuto nel popolare quartiere “Palermo”, proprio vicino a Piazza Italia, Herrera ha proprio il Bel Paese nel suo futuro, ma le tappe per raggiungerlo saranno infinite. Trasferitosi al seguito della famiglia a Casablanca, a dodici anni entra a far parte del suo primo Club, il Roca Negra, con cui vince il campionato cittadino di categoria e in seguito quello del Marocco, in una finale disputata a Rabat, in cui Herrera sigla il gol della vittoria. E’ il segno di un destino che sarà interamente baciato dal successo. In quegli anni, però, si divide tra il calcio e lavoretti saltuari. Viene iscritto alla Scuola Industriale per tornitori e impiegato nella produzione e lavorazione delle ruote d’autobus. Herrera, che è intanto passato al Racing di Casablanca, viene selezionato nella rappresentativa marocchina e affronta l’Algeria e la Tunisia.
In seguito viene aggregato alla rappresentativa del Nord Africa che gioca contro la Francia. In questa occasione viene notato e riceve una proposta d’ingaggio dal Club Francais. Approda così in Europa (durante la traversata si offre come lavapiatti e cuciniere in cambio di un’alimentazione più sostanziosa), siamo nel 1932. In Francia gioca al calcio e riprende la vecchia occupazione di tornitore come lavoratore a cottimo in una fabbrica di motocicli, per poi essere impiegato come rappresentante di prodotti per la casa e in seguito come disegnatore e organizzatore di produzione della Citroen. A metà degli anni ’30 ottiene la nazionalità francese. Allo scoppio della guerra viene inviato nelle Ardenne dove con il suo reparto partecipa all’allestimento di reticolati e trincee. Riceve a questo punto un ordine di trasferimento a Saint Gobain. Subito dopo la sua partenza i tedeschi attaccano e tutta la compagnia del futuro tecnico perde la vita negli scontri di quelle giornate. Per Herrera è il segno definitivo della sua “buona stella”. Divenuto allenatore conquisterà quattro titoli di Campione di Spagna (1949/50, 1950/51, 1958/59, 1959/60), due coppe di Spagna (1958/59, 1980/81), una Coppa delle Fiere (1958), tre titoli di Campione d’Italia (1962/63, 1964/65, 1965/66), due Coppe dei Campioni (1963/64, 1964/65), due Coppe Intercontinentali (1964, 1965). Nella Roma conquista la Coppa Italia edizione 1968/69, il Trofeo Anglo Italiano 1972 (battendo in finale il Blackpool il 24 giugno 1972) e porta la squadra a disputare la finale della Coppa italo inglese (match di ritorno giocato il 10 settembre 1969 al Country Ground di Swindon) e lo spareggio di Strasburgo per l’accesso alla finale di Coppa delle Coppe (22 aprile 1970 Roma – Gornik). Helenio Herrera è universalmente riconosciuto come uno dei padri del calcio moderno.
Nati oggi (i dati statistici si riferiscono al totale delle competizioni ufficiali)
Cristiano Zanetti, 10 aprile 1977 a Carrara – Centrocampista: 44 presenze, 0 gol
Fernando Ruben Gago, 10 aprile 1986 a Ciudadela (Argentina) – Centrocampista, 32 presenze, 1 gol
Fonte: Asroma.it