ROMA LAMELA VORREI VINCERE CHAMPIONS CON LA ROMA / WEB – Erik Lamela e’ in attesa di conoscere la sanzione che gli verra’ attribuita dalla societa’ per il brutto fallo su Giorgio Chiellini. Il Coco intanto, ha concesso una lunga intervista ad un noto giornale d’informazione giallorossa dove ha parlato non solo dell’episodio su citato, ma anche di tanti altri argomenti. Ecco dunque le parole di Lamela:
Cosa e’ successo a Torino contro la Juventus e con Chiellini?
Ci siamo strattonati a lungo, prima s’e’ messo lui davanti a me e io ho cercato di togliermelo da davanti, ma non ci sono riuscito. E’ stata una normale cosa di pallone. Ci siamo strattonati, lui continuava e io per scrollarmelo di dosso l’ho preso. L’ho colpito.
Chiellini aveva provocato a parole o in qualche altra maniera?
No. Nessuna provocazione solo un contatto. Non ci sono state provocazioni anche perche’ fino a quel momento avevo giocato praticamente dall’altra parte del campo. Non c’eravamo presi.
Un’espulsione giusta.
Si’. Pero’ non c’era nessuna intenzione di fargli male, a questo ci tengo, l’ho fatto solo per liberarmi. E ho sbagliato.
Quante altre volte sei stato espulso in carriera?
Nessuna. Fino a Torino non avevo mai preso un rosso.
Hai lasciato la Roma in dieci e sotto due a zero…
Di questo chiedo scusa ai tifosi e ai compagni. Ne abbiamo gia’ parlato nello spogliatoio. Mi e’ bastato poco per chiarire con loro.
Sarai multato.
E paghero’. Io faccio quello che e’ giusto e quello che decide la Roma.
Presumibile che sarai strattonato tante altre volte… Quest’espulsione puo’ essere una lezione?
Per certi versi sicuramente, ma, lo ripeto, io non avevo nessuna mala intencion nei confronti di Chiellini.
Juventus-Roma 3-0: perche’?
Perché dobbiamo cominciare a leggere meglio anche certe partite. Non e’ stato un problema di approccio. L’atteggiamento e’ stato quello giusto perche’ anche in trasferta sul campo della prima in classifica volevamo fare la partita. Tenevamo palla fino a che c’e’ stato quell’inserimento per la prima rete e la partita si e’ messa male. E’ evidente che dobbiamo correggere qualcosa, e’ evidente che dobbiamo ancora migliorare. Sarebbe strano il contrario, nessuno pensa di avere le cose in mano.
Juventus-Roma 3-0, lascera’ strascichi?
No. La squadra non ne risentira’.
La squadra che va a cena insieme.
E’ un’idea nata proprio dopo Juventus-Roma 3-0. Anche la cena in qualche modo forma il gruppo. Uno si diverte coi compagni. Ci sono tanti giocatori nuovi. E’ un modo per stare allegramente insieme.
Chi l’ha organizzata?
Totti. E’ stata un’idea del capitano. E’ stata organizzata sul pullman dopo Torino. Io mi trovo benissimo in questa squadra.
El Coco di tutti. El Coco di mio fratello..
E’ stato lui a darmi questo soprannome. Mi diceva Coco. Coco… Ed e’ rimasto così.
Tuo fratello e la tua famiglia, il cuore della vita?
Si’, stanno qui con me. Anche la mia ragazza mi ha accompagnato in Italia. Se per me non e’ stato facile, come dicono tutti, lasciare la patria, la mia casa, i miei amici e la mia squadra a 19 anni, per lei e’ stato anche piu’ difficile. Ci siamo conosciuti a scuola, la cosa migliore della mia eta’ scolastica… Con la mia famiglia viviamo lontano dal centro in un casa, mi ha aiutato Totti a trovarla.
La casa, la cena… Una volta hai detto che Totti ti riempie di consigli…
Veramente non l’ho mai detto, pero’ e’ vero. E meno male. Io non posso che ascoltarlo, perche’ Francesco di Roma sa tutto, sta qui da sempre, e’ romano, conosce l’ambiente meglio di chiunque. Lui e De Rossi mi hanno parlato di cos’e’ la Roma, di cosa significa giocare qui. Io so bene dove sono, conosco l’importanza di questa maglietta e delle responsabilita’ che ho. Ma resta un onore avere certi esempi e certi compagni. Uno e’ Daniel Pablo Osvaldo.
Una volta per tutte, cosa e’ successo nello spogliatoio di Udine?
E’ stata una litigata per una giocata della partita, non c’e’ stato altro. Non ho mai detto la frase che lui non e’ Maradona, e non c’erano problemi di altra natura. E’ stata una discussione sulla partita, sicuramente accesa.
Perche’ Osvaldo s’e’ arrabbiato cosi’ tanto?
Perche’ era un altro periodo, perche’ quella partita contava tanto, dovevamo fare bene. E’ stata una discussione animata perche’ ci teneva tanto lui e perche’ ci tenevo tanto io a non perdere.
Adesso? Adesso e’ tutto a posto, ma e’ stato immediatamente tutto a posto. Questo e’ un gruppo buonissimo. Io sono giovane, ho fatto solo tre anni ad alti livelli, ma questo e’ un bel gruppo. Io sto bene con tutti. Ci sono veramente bravi ragazzi nella Roma. E’ questo conta più di chi e’ piu’ o meno forte, di chi va più o meno bene.
Adesso Bojan va meno bene… Bojan e’ fortissimo! Bojan forse non e’ andato benissimo nelle ultime due partite, e comunque non lo devo certo dire io. Io sono contentissimo di poter giocare con un attaccante cosi’. Lui e’ da Barcellona. E da Roma.
Lamela sarebbe potuto veramente essere del Barcellona… Ah, la storia del provino da ragazzino… Feci cinque gol in un torneo giovanile in Catalogna, gli osservatori del Barça mi videro e dissero a mio padre che mi avrebbero voluto con loro. Rimasi a Buenos Aires.
Pentito di aver detto no? No, perche’ ho detto si’ al River Plate che era la mia squadra del cuore. Perche’ il mio sogno era quello di esordire in primera con la maglia del River e di segnare per il River. No, perche’ adesso sto alla Roma.
Avresti potuto fare esattamente lo stesso percorso di Messi
Nessun rimpianto. Il River mi ha preso da chiquito, col River sono diventando grande. Il River ce l’ho nel cuore. Sempre stato suo tifoso? Sempre. Da ragazzino andavi al Monumental a vedere il River? Sempre. In curva? Si’, da quando avevo 7 anni. Giocava il River e io c’ero.
Andresti mai a giocare nel Boca Junior?
Come???? Nunca! Mai. Mai. Neanche se fosse l’ultima squadra al mondo.
Cos’è River-Boca? Eh… Diciamo che sono i due club piu’ grandi d’Argentina e basta.
Conta sempre la distinzione fra “millonarios” – cioe’ la squadra d’elite, il River – e il Boca squadra del popolo? No, non c’e’ differenza di ceto e di classe come dicono.
E cos’e’ Roma-Lazio? Io finora l’ho visto dalla panchina. Mi piacerebbe giocarlo e mi piacerebbe segnare sotto la Sud. Poi ti sapro’ dire qual e’ “piu’ derby”.
Al River eri molto legato ad Almeyda, laziale: ti ha ma detto niente di Roma e della Roma? Matias e’ un amico, abbiamo condiviso il dramma della retrocessione del River. Mi ha parlato dell’Italia, della citta’ di Roma che e’ splendida. E Roma e’ splendida. Il Colosseo e’ magnifico, anche il Vaticano, la luce che c’e’… Se vuoi saperlo Almeyda non mi ha parlato male dei tifosi della Roma e della Roma, anzi era contento del mio trasferimento in giallorosso.
Quando hai saputo di essere un giocatore della Roma?
Quando il procuratore me lo ha comunicato
La prima persona alla quale lo hai detto. A tutta la mia famiglia. Vivo con loro, vivo per loro. A pensarci, la prima-primissima persona alla quale l’ho detto e’ stata mio padre. Mio padre ce l’ho nella pelle. Non e’ un modo di dire, oltre a un tatuaggio per la nonna che non c’e’ piu’, un altro e’ con le iniziali di papa’.
Tuo padre e’ stato un giocatore di calcio? Di calcio a cinque. Anche io ho giocato a calcetto. Dalle mie parti e’ normale. Da chiquito non facevo che giocare con la pelota.
E’ per quel motivo che giochi tanto con la suola? No, perche’ per me e’ normale.
Tanti ti hanno definito “Speciale”. Un giocatore speciale e’ Totti, non io. Anzi tutti alla Roma sono speciali.
Sabatini s’e’ speso tanto per te, cosa ti ha detto per convincerti a venire alla Roma? Mi ha detto tante cose, ma nessuna per convincermi a venire alla Roma. Non si deve convincere nessuno per venire a giocare nella Roma.
A Roma verso di te c’e’ una sensazione particolare e nuova. Quella di avere tra le mani veramente un fuoriclasse, e cosi’ giovane. C’e’ anche la paura che un giorno qualcuno uno cosi’… speciale possa portarselo via. Per esempio, se tornasse il Barcellona a richiederti cosa faresti?
Io sto alla Roma, non penso ad altro. Parlarne sarebbe pure sbagliato. Sono appena arrivato e devo crescere tanto, devo imparare tanto, devo lavorare tanto. Io qui sto bene e sono felice. Io devo e voglio dare tutto per questa squadra che mi sta dando tutto. C’e’ una specie di tacito e segreto ordine quando si parla di Lamela alla Roma: “Non ditegli troppo che e’ bravo, non ditegli che e’ un campione perche’ c’e’ il rischio che si monti la testa”. C’èe’il rischio? No. Su questo sono sicuro per un semplice motivo.
Quale? Nella vita neanche da ragazzino ho avuto la strada spianata, non e’ stato tutto facile per me. Io so cosa significa stare in basso e lavorare per salire.
Il tuo ruolo? Trequartista. E dove vuole Luis Enrique.
Meglio un assist o un gol? Meglio vincere.
Dove puo’ arrivare la Roma? Loscudetto uhm e’ un po’ lontano… Diciamo al terzo posto.
Ma se vince a Catania? Si’, se le vinciamo tutte lo scudetto diventa pure matematico. Diciamo che vogliamo arrivare il piu’ in alto possibile. Dove vuole arrivare Lamela con la Roma? A vincere la Champions League.
E’ quello il futuro? Abbiamo un gruppo tanto forte, ci stiamo conoscendo, siamo giovani. Ci crediamo. Ci sentiamo una squadra forte, peroì dobbiamo lavorare. Sappiamo che dobbiamo lavorare per poter raggiungere qualcosa di grande per questa citta’.
Tornassi indietro rigiocheresti il Mondiale Under 20 con la caviglia malconcia? No, ho sbagliato, pero’ non e’ facile dire di no a un Mondiale e all’Argentina.
Hai detto il tuo no per sempre al Boca: e alla Lazio? Lo mismo, neanche alla Lazio andro’ mai. Di’ quello che vuoi ai tifosi della Roma. Di continuare cosi’, come fa la Curva Sud.
Ci andresti? In Curva? Si’. Magari ci andro’ il prossimo anno per scontare la squalifica della Coppa Italia. E poi i tifosi della Roma sono un po’ argentini.
Quindi, Curva Sud… Ole’.
Marco Pennacchia
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