Roma, Franco Baldini: “Sono attratto dal talento di Totti”

Terza e ultima parte dell’intervista al dirigente Franco Baldini

Franco Baldini

Shakespeare lo cito io questa volta: “Presta il tuo orecchio a tutti e la tua voce a pochi”. Lei ha prestato orecchio durante l’assenza?

Le ultime due citazioni le ho clamorosamente sbagliate! Ho detto che era di Fiorella Mannoia una canzone dei Negrita e ho attribuito ad Archimede una citazione di Galileo, quindi ho fatto un disastro. Faccio ammenda e non ne faccio più.  L’ho fatto, ma non me lo hanno più reso.Quindi sono rimasto consapevolmente troppo solo a certe cose che avrei dovuto considerare in un altro modo. Diciamoci la verità:molti riescono a gestire gli elogi perchè uno sa che non ci deve far conto più di tanto e li mette da parte e riesce a farlo e lo fa bene, perchè alla fine non riescono a farti compagnia più di tanto. Le critiche uno fa finta di metterle via, ma restano lì. Ma sono il termine di confronto con cui ti devi valutare perchè fra le tante critiche quando riconosci onestà intellettuale poi da che parte arrivino o di che natura siano non fa differenza, in realtà ti servono come termine di confronto per misurare quelle cose che sentivi di aver fatto bene e invece ti accorgi sotto un altro punto di vista che hai sbagliato. Comunque sono sempre un bel fardello, ma non ne disconosco il valore e l’utilità, assolutamente.

Come ha ritrovato il calcio italiano?

Non ne ho una visione completa. Sono appena rientrato, sono due mesi, e non ho partecipato a nessuna riunione di Lega e mi appresterò a farlo già dalla prossima. Ho una vita più da club ora che di calcio italiano in genere. Finora ad esempio negli stadi in cui siamo andati a giocare la Roma è stata accolta bene e  devo dire che noi dirigenti ne godiamo di conseguenza. Negli stadi abbiamo notato un comportamento molto civile da parte delle altre squadre e magari questo è un passo avanti fatto dal calcio italiano e magari io non l’ho individuato come tale, ma come un trattamento particolare verso la Roma. Questa Roma che magari ancora non fa abbastanza paura e per questo è accolta con simpatia (ride ndr).

Il tavolo della pace?

E’ proprio il concetto che le cose bisogna farlo piuttosto che dirle, non propagandarle.

Gli inglesi quando piove escono…

E’ un adattamento alle condizioni. Anche perchè altrimenti stavano sempre a casa. Di conseguenza, se l’uomo si adatta sarà contagioso verso gli altri. Non bisogna fare proclami, bisogna agire.

Cosa ha provato quando è scomparso Franco Sensi?

Ho preso un aereo e sono venuto a trovare la salma. Quello che ho fatto da dirigente è stata una sua completa invenzione. Sono diventato agente quando ho smesso di giocare a calcio, ma non pensavo mai di fare il dirigente. Già avevo fatto il rappresentante sindacale di tutte le squadre dove giocavo. Piano piano, giorno dopo giorno dopo che avevo portato Paulo Sergio mi ha coinvolto nella sua progettualità di vincere lo scudetto. Quando mi sono trovato a seguire 4,5,6 trattative, mi sono fatto prigioniero da me. Franco Sensi ed io abbiamo fatto delle cose meravigliose.

Non le piace l’argomento Calciopoli?

Non è che non mi piace stravincere, ma non si può nemmeno vincere su certi argomenti. E’ un argomento che rimane confinato a queste aule.

Questa filosofia di fare e parlare un po’ meno è una strategia americana?

Era uno dei presupposti che mi ha fatto pensare di accettare o meno. Di diverso rispetto a quella che era la concezione comune. Questo tipo di gestione lo sta confermando.

Nel Cda della Roma ora sarà più presente Pallotta?

Ci è sempre stato, è una cosa programmatica che sarebbe avvenuta nei tempi stabiliti. E’ un naturale svolgimento dei temi iniziali. Non c’è mai stata nemmeno la più lontanissima ipotesi che Di Benedetto non andasse bene. Di Benedetto è stato il collante tra i vari soci. Di Benedetto è il presidente della Roma, poi quando la cosa avesse preso corpo si sarebbero palesati gli altri soci.

Le sue parole nei confronti di Totti questa estate?

Se non c’è onestà intellettuale e se c’è malafede, le parole vengono confezionate in maniera diversa per renderle di un altro sapore. Io sono attratto dal talento di Totti, sono andato tre volte a cena con Cassano e dopo l’ho comprato io stesso.

Come ha trovato De Rossi?

L’ho trovato con una personalità ben definita. L’ho lasciato ragazzino e l’ho trovato uomo.

Dove colloca Daniele?

Gerrard è fantastico, Lampard altrettanto, ma io sono attratto da Rooney. Io ho questa debolezza verso il talento. Sono attratto dal talento e dalla padronanza tecnica, non sono critico nei loro confronti. Continuo a preferire questo tipo di giocatori. Detto questo Daniele è difficile dire chi è superiore, ma lui passa in maniera disinvolta da mezz’ala a interno di destra fino alla difesa. Ha qualcosa di più sotto questo punto di vista. Però è difficile dire chi è superiore.

Potremmo esserci per il rinnovo?

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.

Nel 2012 cosa regalerà ai tifosi della Roma?

Faremo delle cose…

(Fine)

Sara Mascigrande

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