Il capitano ha cercato il suo primo gol in stagione ma l’amico Buffon gli ha negatoo questa gioia
ROMA JUVENTUS DOPO 11 ANNI BUFFON IPNOTIZZA ANCORA TOTTI / ROMA – Totti lo aveva detto che non avrebbe fatto il cucchiao. Il suo amico, Gigi Buffon, ha ”ricambiato” questo favore parandogli il penalty. Era successo anche undici anni fa quando il portiere juventino giocava nel Parma. Allora la Roma stava gettando le basi per il suo terzo scudetto. Si stava entrando in un periodo che, forse, data la forza di quella squadra, avrebbe potuto regalare molte piu’ soddisfazioni. Ieri sera la storia si e’ ripetuta. Questa volta i giallorossi non avevano certezze nel futuro, ma anzi si potrebbe parlare di utopie. Forse quel rigore, se segnato, avrebbe potuto significare una rinascita. Ritrovare la vittoria malgrado le tante assenze e contro una Juve imbattuta avrebbe dato fiducia: ai tifosi, a Luis Enrique, all’ambiente e anche allo stesso capitano. Sarebbe stato il suo primo gol in campionato: la scorsa stagione, guarda caso, Totti si era sbloccato proprio contro i bianconeri e proprio con un tiro dagli undici metri. Tutte queste sensazioni saranno sicuramente passate nella mente del ”pupone” quando ha posizionato la palla sul dischetto. Vengono alla mente le parole di Fabio Caressa, in occasione del rigore di Trezeguet, ai mondiali di Germania del 2006: ”Gigi, lo conosci!”. Parole che, se trasferite alla situazione di ieri sera, hanno un sapore del tutto diverso. Il tiro ad incrociare del capitano era angolato, forse non troppo. Sicuramente non troppo per un portiere del calibro di Buffon. Peccato, certo, poteva essere una festa. Luis Enrique, tuttavia, ha stemperato la tensione affermando con ironia: ” Poteva andare peggio, con la sfortuna che abbiamo in questo periodo: se avesse colpito il palo lanciando il contropiede della Juve?”. Perche’, in fondo, il capitano, per tutto quello che ha fatto in questi anni della Roma, non puo’ essere messo sotto processo per un penalty seppur importante. E allora altre parole vengono alla mente, questa volta sono di Francesco De Gregori: ”Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non e’ mica da questi particolari che si giudica un giocatore ”.
Marco Pennacchia