Una decisione definitiva sarà presa oggi, ma la Roma pensa già dopo-Garcia. Dopo le esternazioni del presidente James Pallotta, la conference call di ieri con Sabatini e Zanzi e la partenza per Miami del d.g. Mauro Baldissoni, il problema da risolvere dentro Trigoria è il futuro sostituto del tecnico francese.
Un nodo da sciogliere, dentro questo dubbio c’è tutta una filosofia societaria. Da un lato ci sarebbe l’attesa fino a giugno, quando si libereranno alcuni profili che piacciono a Sabatini, rimasto l’unico nella Roma a difendere il tecnico francese. Primo tra tutti Antonio Conte, ma con l’attuale commissario tecnico della nazionale c’è stato solo qualche sondaggio, senza avere da lui la garanzia che accetterà solo l’offerta romanista.
Per questo, nonostante dentro Trigoria non ci sia unanimità di consensi, il nome del candidato più probabile per la panchina romanista rimane quello di Luciano Spalletti, con un contratto di 18 mesi. Il tecnico di Certaldo ha già dato la sua disponibilità a tornare in giallorosso, nonostante – per il momento – non potrà contare sul suo staff ma solo su quello messo a disposizione dalla società. E’ inoltre un nome che avrebbe il consenso della piazza e che riporterebbe un po’ di entusiasmo in una tifoseria sempre più lontana dalla squadra.
L’altra possibilità è Jorge Sampaoli, il ct argentino che ha portato il Cile al Mondiale 2014 e alla vittoria in Coppa America.
Chi ieri ha visto Garcia entrare a Trigoria racconta di un uomo che aveva capito il proprio destino. Scuro in volto, demoralizzato, ha provato a fare finta di niente. Dopo un colloquio con Sabatini ha tenuto la squadra a rapporto prima della ripresa degli allenamenti usando toni più duri del solito. «Tirate fuori gli attributi», in sintesi, il messaggio ai calciatori, che mal sopportano il clima da «ultima spiaggia» che si è creato intorno al tecnico e che oggi usufruiranno del giorno di riposo concesso dal francese (altra decisione che ha fatto arrabbiare i tifosi).